In un piccolo comune vicino a Maglie, un ragazzo di 13 anni denuncia il proprio padre, un militare dell’Esercito Italiano per eccessiva severità familiare e presunti abusi. Il giovane ha descritto un ambiente domestico paragonabile a una caserma, dove non solo il suo stile era rigidamente controllato — con divieto di sfoggiare acconciature alla moda come i suoi coetanei — ma doveva anche mantenere un comportamento estremamente rispettoso a tavola, subendo punizioni fisiche per qualsiasi segno di dissenso.
Durante un’audizione protetta, il ragazzo ha confermato le proprie accuse, che aveva precedentemente confidato a degli amici di scuola. Questo clima oppressivo non solo lo ha isolato socialmente, rendendolo oggetto di derisione per il suo aspetto, ma ha anche influenzato negativamente il suo rendimento scolastico e il desiderio di socializzare.
Nonostante non siano stati ancora presentati referti medici, la descrizione delle dinamiche familiari suggerisce che il ragazzo abbia subito violenze fisiche. L’accusa formulata dalla pm Rosaria Petrolo è quella di abuso dei mezzi di correzione. Attualmente, le indagini sono ancora in una fase iniziale, con l’obiettivo di valutare la capacità di testimoniare del giovane e la sua affidabilità, attraverso una perizia psicodiagnostica.
La madre del ragazzo, pur presente in casa, appare descritta come incapace di opporsi alle decisioni del marito, aggiungendo un altro strato di complessità alla vicenda familiare.