Confermata condanna per zio accusato di abusi

Giudici riconoscono attenuante della lieve entità, ma confermano 2 anni di reclusione

Il Tribunale di Lecce ha condannato un uomo di 56 anni, residente in un piccolo comune del basso Salento, a due anni di reclusione con la pena sospesa per violenza sessuale continuata e aggravata. La decisione segue la denuncia di una ragazza, all’epoca dei fatti quindicenne, che ha accusato lo zio di abusi sessuali. La sentenza arriva dopo una lunga serie di indagini e un processo carico di contraddizioni.

Il caso ha avuto inizio quando la giovane, in un momento di forte tensione emotiva dovuto a un litigio con la madre, ha confidato di essere stata abusata. Questa rivelazione, seppur successivamente contraddetta in parte durante il processo, ha innescato una meticolosa indagine da parte della Squadra mobile di Lecce, supportata da perizie tecniche sui dispositivi mobili condotte dal consulente Silverio Greco.

L’avvocato Attilio De Marco, difensore dell’imputato, ha messo in luce numerose incongruenze nel corso del dibattito, spingendo per l’assoluzione del suo assistito. Nonostante le argomentazioni della difesa, i giudici hanno ritenuto sufficienti gli elementi a carico per pronunciare la condanna, pur riconoscendo l’attenuante della lieve entità dei fatti, data la natura continuata e aggravata del reato.

 

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