L’incendio che il 25 luglio 2023 ha devastato la marina di San Cataldo, trasformandola in un inferno di fiamme, rimane senza colpevoli identificati. Nonostante gli sforzi incessanti dei carabinieri forestali, i tentativi di dare un nome al responsabile sono finora stati vani. Le indagini hanno incluso la revisione di filmati di sorveglianza e la raccolta di testimonianze, ma senza successo nel collegare alcun sospettato all’atto doloso.
Il caso, trattato come incendio boschivo doloso, è ora un fascicolo senza volto; depositato sulla scrivania del pubblico ministero Luigi Mastroniani, resta aperto a nome di ignoti. La situazione ha lasciato la comunità locale, tra residenti e villeggianti, a convivere con il ricordo di quel terribile giorno. Il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, impegnato personalmente nelle operazioni di spegnimento, ha poi chiesto il riconoscimento dello stato di emergenza, in un tentativo di accelerare i ristori e la riparazione dei danni.
Il dramma non si è limitato al danno ambientale, estendendosi a circa 40 ettari di vegetazione e a numerosi edifici e veicoli. Le perdite economiche e il danno alla biodiversità locali sono stati ingenti, con un impatto significativo anche sul turismo, ulteriormente aggravato dalle condizioni meteorologiche avverse.