Il caso di Ivan Petrelli ha raggiunto il suo epilogo con una decisione della Corte d’Appello di Lecce che ha sanzionato la fine del tormentato percorso giudiziario. Originario di Carmiano, il 46enne è stato recentemente risarcito con oltre 80.000 euro per un periodo di detenzione subito a seguito di un errore giudiziario. Petrelli era stato arrestato nell’ottobre 2018 insieme ad altre cinque persone con l’accusa di un pestaggio a scopo estorsivo.
L’errore dovuto a una serie di circostanze sfortunate, in particolare la somiglianza fisica con il fratello Mimmo, che era effettivamente coinvolto nell’episodio criminoso. Questa somiglianza ha portato alla testimonianza errata di una delle vittime, che ha erroneamente identificato Ivan come uno degli aggressori. La sua innocenza è stata successivamente dimostrata grazie a testimonianze e perizie tecniche, tra cui un’analisi delle celle telefoniche che ha verificato la sua presenza in un’altra località durante il pestaggio.
Nonostante le prove e la sua dichiarazione di innocenza, Petrelli è stato condannato a 11 anni di reclusione nel febbraio 2020 dalla Corte d’Assise di Lecce, per poi essere assolto in appello a dicembre dello stesso anno, con una sentenza poi divenuta definitiva.
La sentenza non solo ha confermato il diritto al risarcimento per Petrelli, ma ha anche stabilito un importante precedente sul trattamento degli imputati e il loro diritto al silenzio, ribadendo che il carico della prova spetta all’accusa, non alla difesa.