Le indagini sul caso di Roberta Bertacchi, la giovane di 26 anni trovata morta il 6 gennaio nella sua abitazione a Casarano, hanno preso una nuova direzione con il ritrovamento della sim card e della memory card del suo cellulare. Queste memorie non erano state precedentemente analizzate poiché il dispositivo era in riparazione al momento del decesso.
In un tentativo di chiarire le circostanze che hanno portato alla tragedia, la Procura di Lecce, guidata dalla pm Rosaria Petrolo, ha commissionato un’analisi dettagliata delle memorie digitali. Gli esperti ingegnere Giovanni Leo e l’ingegnera informatica Luigina Quarta, quest’ultima rappresentante dei familiari di Roberta, si occuperanno dell’analisi martedì 14 maggio. L’obiettivo è estrarre e analizzare messaggi, file audio, video e chat, specialmente quelli scambiati con il fidanzato Davide Falcone, attualmente sotto inchiesta per istigazione al suicidio e maltrattamenti.
Le indagini iniziali avevano evidenziato un clima di tensione nell’ultima fase della loro relazione, segnata da alti e bassi. Un paio di sms ritrovati confermerebbero questa dinamica conflittuale. L’arresto di Falcone il 7 marzo, nell’ambito di un’operazione contro la mafia, aggiunge ulteriori ombre sulla vicenda.
La dinamica esatta della notte tra il 5 e il 6 gennaio rimane nebulosa. Testimonianze indicano che, dopo una lite in un pub di Casarano, la coppia si sarebbe separata. Roberta avrebbe fatto ritorno a casa a piedi, seguita poi da Falcone, con cui avrebbe avuto un ulteriore alterco. Il corpo di Roberta fu scoperto il mattino seguente, con segni di strangolamento da una sciarpa del Casarano calcio, un dono del fidanzato.
La scoperta degli oggetti disordinati nell’appartamento, unita ai racconti di amici che confermano il litigio, ha spinto gli investigatori a concentrarsi su Falcone, difeso dall’avvocato Giorgio Caroli. La ricerca di verità continua, con i legali dei familiari, Luciano De Francesco e Silvia Romano, in prima linea nel seguire le evoluzioni dell’inchiesta.