Nella tarda mattinata di oggi, il personale della Sezione di Polizia Marittima della Capitaneria di Porto di Brindisi, guidato dal Capitano di Vascello Luigi Amitrano, ha sequestrato circa una tonnellata di cozze nere (Mytilus galloprovincialis) e circa 200 esemplari di ricci di mare pescati abusivamente. I tre pescatori subacquei erano attivi nelle acque del porto all’interno del canale di aspirazione dell’acqua di mare della Soc. ENI-Versalis, in località Capo Bianco, dove vige il divieto assoluto di raccolta dei mitili.
L’operazione è stata avviata dopo un periodo di monitoraggio da parte del nucleo di Polizia Marittima e Difesa Costiera della Guardia Costiera di Brindisi. I militari hanno individuato una piccola imbarcazione utilizzata dai pescatori abusivi e diversi sacchi e cesti in plastica contenenti il prodotto ittico in condizioni igieniche precarie. Al molo, sono stati rinvenuti ulteriori mitili insacchettati e lasciati sulla scogliera senza alcuna precauzione igienico-sanitaria.
Il prodotto ittico sarebbe stato destinato a rivenditori abusivi che lo avrebbero venduto per strada, senza alcuna garanzia igienico-sanitaria, mettendo a rischio la salute dei consumatori. Di conseguenza, la Guardia Costiera ha proceduto al sequestro di circa una tonnellata di cozze nere e circa 200 esemplari di ricci di mare, oltre all’attrezzatura utilizzata per la pesca, tra cui bombole di ossigeno complete di erogatore, mute, pinne, cinture con piombi e maschere da sub.
Alla fine delle operazioni, i mitili e i ricci, ancora vivi, sono stati rigettati in mare, restituendoli al loro habitat naturale. La Guardia Costiera ha sottolineato l’importanza per i consumatori di acquistare esclusivamente prodotti ittici di cui sia nota la provenienza. I mitili, essendo molluschi filtratori, possono trasmettere pericolose malattie, rendendo essenziale il controllo della loro origine e delle condizioni igieniche in cui vengono conservati.
L’intervento della Guardia Costiera di Brindisi rappresenta un importante passo nella lotta contro la pesca illegale e la tutela della salute pubblica. Le autorità invitano i cittadini a segnalare qualsiasi attività sospetta e a prestare particolare attenzione alla provenienza del pesce acquistato, contribuendo così a garantire la sicurezza alimentare e a preservare l’ecosistema marino.