Un 25enne di origini albanesi, residente in Salento, è stato condannato a due anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia. La giovane donna, sua compagna, era costretta a rimanere in casa, privata della libertà di vedere amiche o uscire, per il timore del compagno che potesse intrattenere rapporti extraconiugali. Le vessazioni, durate oltre un anno, includevano calci, pugni e minacce costanti, anche durante la gravidanza.
Le violenze si sono protratte da settembre 2022 a dicembre 2023. Durante questo periodo, l’uomo, in preda a una gelosia ossessiva, minacciava la compagna di morte, affermando di avere collegamenti con la mafia e vantandosi della facile disponibilità di armi da fuoco. In un’occasione, ha addirittura inviato una foto di una pistola alla donna tramite WhatsApp, sottolineando la sua pericolosità.
La situazione è ulteriormente degenerata quando la donna, finalmente, ha trovato il coraggio di denunciare. Le indagini successive hanno portato all’arresto dell’uomo, che era già finito in carcere una volta e poi posto ai domiciliari proprio nella casa della vittima. Tuttavia, la reiterazione degli episodi di violenza ha reso inevitabile un nuovo arresto.
La denuncia ha permesso di avviare le indagini che hanno portato alla condanna del 25enne. Gli avvocati Giuseppe Boselli e Raffaele Lorenzo hanno difeso l’uomo, mentre la vittima, costituitasi parte civile con l’avvocata Rita Ciccarese, ha richiesto un risarcimento danni di diverse decine di migliaia di euro. La sentenza ha rappresentato una tappa fondamentale per la giustizia, garantendo una punizione al colpevole e una speranza di riscatto per la vittima.