Lecce è tra le province italiane che in 11 anni hanno perso il minor numero di artigiani in termini percentuali -3.699, pari al -15,7% del totale, dal 2012 al 2023 (l’ultimo anno preso a riferimento dalla Cgia di Mestre nella sua indagine). Meglio – si fa per dire vista la consistente emorragia – fanno Napoli (-8,1%), Trieste (-7,9%) e Bolzano (-6,1%), le province con il calo percentuale minore.
In Puglia negli ultimi 1 anni ci sono 17.396 artigiani in meno (-18,6%), mentre in tutta Italia si è assistito a un calo di quasi 410mila persone (-73mila solo nell’ultimo anno) che svolgono attività artigianale come titolari di azienda, dipendenti o collaboratori. Ora il loro numero in totale sfiora appena quota 1.457.000.
L’Ufficio studi della Cgia, che ha elaborato i dati dell’Inps e di Infocamere/Movimprese, lancia l’allarme anche rispetto al numero delle imprese artigiane, in forte diminuzione. Se nel 2008 (anno in cui si è toccato il picco massimo di questo inizio di secolo), in Italia le imprese
artigiane erano pari a 1.486.559 unità, successivamente sono scese costantemente e nel 2023 si sono fermate a quota 1.258.079.
La Cgia di Mestre evidenzia che questa riduzione in parte è anche riconducibile al processo di aggregazione o acquisizione che ha interessato alcuni settori dopo le grandi crisi 2008/2009, 2012/2013 e 2020/2021. Una spinta verso l’unione aziendale che ha aumentato la produttività in alcuni comparti (in particolare del trasporto merci, del metalmeccanico, degli installatori impianti e della moda), riducendo il numero complessivo degli addetti.
Ma soprattutto il calo degli addetti nell’artigianato va ricondotto alla minore propensione dei giovani a svolgere lavori manuali: si stima che in Italia ci siano oggi più avvocati (237mila) che idraulici (180mila).