Un’indagine per istigazione al suicidio è stata aperta a seguito del decesso di un 23enne di origini rumene, ritrovato senza vita il 23 agosto scorso in un’abitazione a Parabita, in provincia di Lecce. Il pubblico ministero Maria Grazia Anastasia ha disposto l’autopsia per chiarire le cause della morte, tra i dubbi da sciogliere c’è anche quello legato all’eventuale consumo di sostanze stupefacenti, sospetto avanzato dai carabinieri durante il sopralluogo.

Il giovane viveva temporaneamente a casa di un parente nel centro di Parabita, ma aveva il domicilio nel vicino comune di Sannicola. Le forze dell’ordine, che da giorni lo monitoravano per alcuni episodi di microcriminalità, hanno sottolineato che non ci sono prove che indichino una morte violenta. Tuttavia, nessuna pista viene esclusa e l’inchiesta prosegue per fare piena luce sulla vicenda.

La tragedia ha colpito duramente la comunità di Parabita. La sera stessa del ritrovamento, il paese avrebbe dovuto ospitare la “Notte della Vicinanza”, un evento musicale locale. Tuttavia, per rispetto della giovane vita spezzata, l’amministrazione comunale ha deciso di sospendere tutti gli eventi previsti per la serata. La vicenda ha suscitato sgomento e tristezza, lasciando il paese in attesa di risposte definitive sulle circostanze che hanno portato alla morte del giovane.

Mentre l’indagine continua, resta da chiarire se il giovane possa essere stato vittima di istigazione al suicidio o se siano altre le dinamiche in gioco. La comunità attende gli esiti dell’autopsia, che potrebbero essere fondamentali per svelare cosa sia realmente accaduto a quel giovane di soli 23 anni. L’intera vicenda rimane circondata da incertezza, ma la speranza è che la giustizia possa far luce su questa tragica perdita.