Stefano Minafra, 56enne residente a Galatina, ha ammesso le proprie responsabilità in merito all’aggressione avvenuta tre giorni fa presso il Serd (Servizio per le dipendenze patologiche) dell’ospedale Santa Caterina Novella. Durante l’interrogatorio, che si è tenuto contestualmente all’avvio del giudizio per direttissima, Minafra ha spiegato di non aver agito con piena lucidità, ma spinto da un grave stato di disagio che lo affligge da tempo.
L’aggressione ha visto come vittime un medico e alcuni infermieri, con il peggior danno riportato dal medico e da una guardia giurata presente al momento dell’incidente. A seguito dell’episodio, Minafra era stato posto agli arresti domiciliari, ma la Procura ha chiesto una misura più severa, avanzando la richiesta di detenzione in carcere. Tuttavia, il giudice, sulla base degli elementi emersi durante l’interrogatorio, ha ritenuto più adeguata la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’arresto è stato formalmente convalidato, ma la decisione di non ricorrere al carcere è stata motivata dal giudice anche in considerazione della condizione psicologica dell’uomo, che si è dichiarato pentito per quanto accaduto. Durante il giudizio, Carlo Viva, avvocato difensore di Minafra, ha ottenuto un rinvio per valutare eventuali opzioni di rito alternativo, una mossa che potrebbe influenzare il percorso del processo.
Il prossimo appuntamento in aula è fissato per il 23 aprile, quando il giudice potrebbe decidere in merito alle richieste della difesa o procedere con l’iter giudiziario ordinario.
L’episodio ha destato preoccupazione presso l’ospedale Santa Caterina Novella, soprattutto per la sicurezza degli operatori sanitari, spesso esposti a situazioni delicate e potenzialmente pericolose. I fatti mettono in luce anche la complessità del lavoro del personale del Serd, che si occupa di pazienti con dipendenze e altre problematiche, e che può trovarsi di fronte a episodi di violenza inaspettata.