Dopo anni di battaglie legali , la Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza di secondo grado contro l’avvocato Francesco D’Agata. Questo segna la fine di una vicenda giudiziaria iniziata con l’arresto dell’avvocato e un lungo periodo di detenzione tra carcere e arresti domiciliari. D’Agata era stato accusato di un presunto raggiro ai danni di una donna senegalese, nell’ambito di un risarcimento di 636mila euro disposto dal Tribunale di Trieste per un incidente stradale.
L’arresto di D’Agata era avvenuto a seguito di un’indagine condotta dalla guardia di finanza di Lecce. L’inchiesta sosteneva che avesse trattenuto una parte del risarcimento destinato alla sua cliente, ingannandola riguardo alla somma effettivamente riconosciuta. In particolare, l’avvocato avrebbe detto alla donna che la somma risarcita ammontava a 300mila euro, mentre il totale reale era di 636mila euro, trattenendo per sé il denaro restante e utilizzandolo per spese personali. Il denaro era transitato su un conto intestato alla donna ma, secondo le accuse, di fatto gestito da D’Agata.
L’avvocato si era sempre difeso energicamente, mostrando documenti a supporto della propria versione. Aveva spiegato di aver agito nel rispetto di un accordo con la cliente. La decisione della Cassazione arriva dopo otto anni dall’inizio della vicenda, cancellando tutte le accuse rimaste.
Ora si apre la possibilità per D’Agata di richiedere un risarcimento per i danni subiti.
Questa storia mette in luce l’impatto devastante che un procedimento giudiziario può avere sulla vita personale e professionale di un individuo, soprattutto quando si tratta di figure pubbliche spesso esposte alla gogna mediatica. Le accuse e le condanne poi annullate rappresentano un percorso difficile, fatto di attese e incertezze, che ha segnato profondamente la vita dell’avvocato D’Agata.