Un uomo residente a Gallipoli, è finito sotto processo con accuse che vanno dal tentato revenge porn ai maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. L’accusa principale riguarda il tentativo di ricattare l’ex moglie, minacciandola di diffondere video di natura intima se lei non avesse accettato di tornare insieme a lui. Il processo è previsto per il 5 febbraio prossimo.
Le tensioni tra la coppia sono iniziate nel marzo del 2020, periodo in cui la donna era al sesto mese di gravidanza. L’uomo avrebbe cominciato a dubitare della fedeltà della moglie, rivolgendo insulti pesanti non solo a lei, ma anche al figlio che portava in grembo, chiamandolo “bastardo”. Nonostante la gravità delle offese, la coppia ha continuato a vivere insieme per altri due anni, durante i quali il marito ha proseguito con insulti e umiliazioni, definendo la moglie “poco di buono”, “schifosa” e persino “Tinder”, in riferimento all’app di incontri.
Il decreto che ha disposto il rinvio a giudizio evidenzia un lungo elenco di comportamenti abusivi, tra cui pedinamenti, dispetti e veri e propri atti di violenza fisica. In alcune occasioni, l’uomo avrebbe seguito la donna in auto, puntandole contro gli abbaglianti, e le avrebbe staccato i cavi della batteria per impedirle di usare l’auto. Non sono mancati episodi di danneggiamento, come il taglio dei suoi abiti, e messaggi minacciosi lasciati sulla porta di casa.
Il caso, che ha avuto un impatto significativo sulla vita della vittima, solleva una riflessione sulla necessità di contrastare con decisione fenomeni come il revenge porn e i maltrattamenti domestici, per tutelare le vittime di violenza psicologica e fisica.