In provincia di Lecce 7 persone sono morte nei primi otto mesi dell’anno mentre stavano lavorando o si stavano recando al lavoro. Quasi uno al mese. Un numero purtroppo consistente in una provincia che l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre pone in “zona rossa”, cioè tra quelle con le maggiori incidenze dei decessi sul totale degli occupati.
L’indice di incidenza, che calcola i decessi in rapporto al numero degli occupati (che nella provincia di Lecce sfiorano i 258mila) è infatti di 27.2, un dato che pone la provincia leccese al 37esimo in Italia per la pericolosità statisticamente riscontrata da gennaio ad agosto di quest’anno.
Un periodo in cui in Italia si sono registrati complessivamente 680 decessi di lavoratori (173 quelli in itinere), 23 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Con le situazioni più preoccupanti, in base all’incidenza sul totale degli occupati, che si registrano in Valle d’Aosta, Umbria, Trentino Alto Adige, Sicilia, Molise e Calabria. La Puglia si colloca nella “zona arancione”, quella dove si registra un indice di incidenza della mortalità medio-alta.
Il settore a maggior rischio resta quello delle costruzioni, dove in 8 mesi ci sono state 92 vittime. Una su cinque, rispetto al totale, è di nazionalità straniera.
L’Osservatorio Vega diretto da Mauro Rossato rileva inoltre come continui a crescere anche il numero complessivo di denunce di infortuni sul lavoro, anche non mortali: ad agosto si registra un +0,9% rispetto allo stesso periodo del 2023.