Le App per il pagamento delle soste sulle “strisce blu” sono sempre più diffuse. Consentono di evitare lunghe ricerche di colonnine o l’uso di monete, facilitando il processo di pagamento grazie a sistemi digitali. Tuttavia, come dimostra un recente caso avvenuto a Lecce, non tutto funziona sempre perfettamente, e possono sorgere problematiche legate a disattenzioni o errori del sistema.
Il processo è estremamente semplice: basta scaricare l’app, inserire le proprie informazioni personali, i dati di pagamento e il numero di targa del veicolo. Utilizzando la geolocalizzazione, è possibile selezionare l’area di parcheggio e pagare con pochi passaggi, evitando la frustrazione di cercare colonnine o di non avere monete a disposizione. Un altro vantaggio offerto da molte di queste app è la possibilità di estendere il tempo di sosta direttamente dal telefono, senza dover tornare fisicamente al veicolo.
Nonostante l’apparente efficienza di questi strumenti, possono verificarsi errori. Un caso emblematico è quello di un’automobilista di Lecce, multata tre volte nonostante avesse utilizzato correttamente l’app. La donna, certa di aver eseguito correttamente il pagamento, ha ricevuto sanzioni di 42 euro ciascuna. Questo episodio solleva dubbi sulla precisione dei controlli eseguiti dagli ausiliari del traffico, e pone l’accento sul possibile malfunzionamento del sistema stesso.
Ottenere l’annullamento di una multa ingiusta non è un processo semplice né veloce. In questo caso, l’automobilista si è rivolta allo “Sportello dei Diritti”, che ha avviato le procedure per contestare le multe. Tuttavia, la risoluzione della questione potrebbe richiedere tempo, e resta da chiarire se l’errore sia stato del sistema o di un mancato controllo da parte dell’ausiliario del traffico.
Questo incidente porta a riflettere su quanto le tecnologie digitali, pur offrendo enormi vantaggi, possano a volte rivelarsi poco affidabili. La mancanza di controlli accurati o bug tecnici può infatti trasformare una semplice operazione di parcheggio in una disavventura legale e burocratica. Come sottolineato da Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il parcheggio a Lecce, e probabilmente in altre città, può diventare un vero incubo per gli automobilisti.