Un’importante operazione anti-bracconaggio, denominata “Artemis” in onore della dea della caccia, ha portato a un arresto, tre denunce e il sequestro di armi e dispositivi di richiamo illegali nel territorio salentino. L’azione è stata condotta dai carabinieri forestali delle stazioni di Lecce, Gallipoli e Otranto, e si è svolta in diverse località della provincia, con l’obiettivo di contrastare la caccia illegale e l’utilizzo di mezzi vietati.
Durante i controlli, un uomo di 67 anni è stato sorpreso in zona Vignali, a Copertino, mentre praticava attività venatoria senza essere in possesso di regolare porto d’armi. Gli agenti hanno inoltre scoperto che l’uomo utilizzava un fucile con la matrice della canna abrasa, elemento che ha aggravato ulteriormente la sua posizione. A seguito del sequestro dell’arma, il 67enne è stato posto agli arresti domiciliari, con l’accusa di porto abusivo di arma comune da sparo e tentato furto venatorio aggravato, oltre all’uso illecito di un richiamo elettroacustico per attrarre gli animali, pratica severamente vietata dalla legge.
I carabinieri forestali, coordinati dal colonnello Ruggiero Capone, hanno continuato l’operazione in altre località, sequestrando in totale cinque dispositivi di richiamo elettroacustico, rinvenuti nelle campagne di Cannole, Otranto, Copertino, Galatone e Salice Salentino. L’uso di questi richiami è vietato sia dalla normativa nazionale che dalla legge regionale del 2017, che mira a tutelare la fauna selvatica e a contrastare le pratiche di caccia illegale.
Tre persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Lecce per il coinvolgimento in attività venatorie illecite, sempre in relazione all’uso di richiami vietati. Oltre ai dispositivi, i militari hanno sequestrato quattro fucili e munizioni, sottoponendo il materiale ai necessari accertamenti. L’operazione non si è conclusa con questi risultati: i controlli proseguiranno nei prossimi giorni, interessando altre aree della provincia per garantire una maggiore tutela del territorio e della fauna.
L’azione delle forze dell’ordine si inserisce in un più ampio programma di contrasto al bracconaggio, fenomeno che continua a rappresentare una minaccia per la fauna locale, soprattutto nelle aree più isolate della regione. Grazie a operazioni come questa, viene ribadito l’impegno delle istituzioni nel far rispettare le normative in materia di tutela ambientale e nell’assicurare alla giustizia chi viola le leggi.