Lecce attende i pareri sul progetto di impianto biometano vicino all’abbazia di Cerrate

La posizione dell'amministrazione resta cauta, con l’obiettivo di assicurare la conformità alle normative e l’attenzione agli impatti territoriali

L’amministrazione comunale di Lecce, guidata dal sindaco Poli Bortone, mantiene una posizione prudente riguardo alla proposta di costruzione di un impianto di biometano a Cafore, a circa 540 metri dall’abbazia di Cerrate. Il progetto, promosso dalla società Agrienergia Circolare 6 Srl, è al vaglio delle autorità competenti, in attesa di pareri da numerosi enti, tra cui Arpa, Asl, Soprintendenza e Regione. Durante un recente incontro a Palazzo Carafa, il Comune ha sottolineato l’intenzione di gestire la situazione in modo imparziale, ascoltando le opinioni di tutte le parti senza esprimere giudizi prematuri.

La procedura di approvazione segue la PAS (Procedura Abilitativa Semplificata), e non l’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA), poiché l’impianto ha una potenza di 500 m³/h. Tale iter semplificato è in linea con le normative vigenti, ma comporta che le biomasse siano trattate alla stregua degli impianti fotovoltaici, un’interpretazione normativa controversa, come affermato da Scorrano.

La prossima conferenza di servizi vedrà la partecipazione degli enti competenti, che esamineranno ogni aspetto del progetto. L’amministrazione leccese sta valutando anche la possibilità di estendere un invito al Comune di Surbo, confinante con l’area interessata dall’impianto, sebbene tale partecipazione non sia prevista dalla normativa. Tale scelta è motivata dal desiderio di garantire massima trasparenza e rispetto delle legittime preoccupazioni del territorio.

Parallelamente, il sindaco di Surbo, Trio, è stato sollecitato a mantenere alta l’attenzione sull’impianto a biomasse già operativo sul proprio territorio, gestito dall’Eni. Q

L’amministrazione di centrodestra di Lecce sottolinea il proprio impegno per la tutela del territorio, evidenziando iniziative come la mozione dello scorso anno, promossa per richiedere maggiori controlli sull’impianto di biomasse a Surbo e poi respinta dall’amministrazione Salvemini. Questo documento aveva contribuito a sollecitare un sopralluogo dell’Arpa sull’impianto Eni e l’emissione di specifiche ordinanze.

Nonostante le rassicurazioni, il dibattito pubblico sul progetto di biometano a Cafore rimane acceso.

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