Sei donne ogni 100 residenti in Puglia hanno subito una molestia fuori dal lavoro nell’ultimo anno. E’ quanto rileva un’elaborazione fatta dalla Camera di commercio dell’Umbria che ha messo a confronto i dati Istat su questo fenomeno.
Proprio l’Umbria risulta prima nelle molestie denunciate fuori dal posto di lavoro, con il 10,5%. Il dato, informa l’Istat, si riferisce al triennio precedente l’ultima rilevazione 2022-2023. Si tratta, nella regione, di un numero rilevante, che coinvolge oltre 13mila donne. Alle spalle dell’Umbria la Liguria con il 10,3%. Seguono Lombardia (8,2%), Piemonte (8,1%), Marche (7,2%), Veneto (6,6%), Puglia (6,1%), Trentino Alto Adige (6%), Emilia Romagna (5.6%), Toscana (5,6%), Sardegna (5,5%), Sicilia (5,4%), Campania (4,2%), Basilicata (4,2%), Abruzzo (4,1%), Molise (3,1%), Friuli V. G. (2,8%), Calabria (2,4%), Valle d’Aosta (0,7%).
Molestie al lavoro
Nel rapporto dell’Istat emerge che, in Italia, sono 1,8 milioni le donne tra 15 e 70 anni che hanno subito almeno una molestia sul lavoro nel corso della vita, mentre gli uomini sono stati 422mila, per un totale di 2,322 milioni di persone.
Si tratta, per quanto riguarda le donne, del 12,5% del totale, mentre il fenomeno ha riguardato l’1,8% del totale dei maschi che hanno lavorato.
Le vittime di molestie sul lavoro sono in particolare giovani (sia donne sia uomini) entrati da poco nel mercato del lavoro: 12% tra i 15-24enni e 10,8% dei 25-34enni. Le molestie sul lavoro colpiscono prevalentemente le giovani donne, 21,2% nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni, contro il 4,8% dei coetanei uomini. Di poco inferiore è l’incidenza percentuale delle donne di età compresa tra i 25 e i 34 anni (18,9%, rispetto al 3,7% degli uomini).
Il fenomeno delle molestie alle donne è minore nel Nord-est (9,7%) mentre livelli più elevati si riscontrano nel Nordovest (14,9%), seguito da Centro, Sud e Isole, che si attestano tutti intorno al 14%. Osservando le regioni prevale il Piemonte (20,3%), seguito da Umbria (16,0%), Sicilia (15,8%), Campania (15,7%) e Lazio (15,1%). Simile andamento si registra anche nel caso degli uomini, ma con una più marcata
presenza delle regioni del Centro (3,7% contro il valore medio del 2,4%), su cui pesa l’impatto del Lazio (5,3%).