Un’operazione di routine nel carcere di Lecce ha portato alla scoperta di un chilo di hashish e due smartphone illegali. La notizia, diffusa dai rappresentanti sindacali Ruggero Damato e Dino Sergi dell’Osapp, ha acceso i riflettori su problemi strutturali e organizzativi che affliggono l’istituto. Nonostante il successo dell’operazione, la situazione del carcere viene definita critica, con un abbandono da parte delle istituzioni e della politica.
Secondo i sindacalisti, il carcere di Lecce soffre di due gravi emergenze: una carenza di personale stimata in circa 200 unità e un sovraffollamento che ha raggiunto il 170% della capacità prevista. Questo scenario facilita la proliferazione di attività illecite all’interno delle mura carcerarie, rendendo vani gli sforzi della polizia penitenziaria.
Damato e Sergi hanno sottolineato come il carcere, un tempo simbolo di efficienza tra le strutture italiane, sia ormai diventato un epicentro di spaccio e aggregazione criminale. “Le piazze di spaccio dentro il carcere e i gruppi organizzati che operano al suo interno rappresentano una sconfitta per chi ogni giorno cerca di garantire ordine e sicurezza,” hanno dichiarato i rappresentanti.
I sindacati richiedono interventi immediati per fronteggiare le criticità. Un aumento del personale e norme più severe sono ritenuti essenziali per migliorare le condizioni di lavoro della polizia penitenziaria e assicurare un maggiore controllo delle attività illecite all’interno del carcere. Damato e Sergi hanno concluso il loro intervento evidenziando l’urgenza di agire per restituire dignità a un’istituzione che dovrebbe essere luogo di recupero e non di ulteriore criminalità.