Il prossimo 3 dicembre, gli specialisti della Scientifica torneranno sul luogo del ritrovamento, ancora sotto sequestro. I rilievi riguarderanno dettagli come la distanza tra le maniglie dell’armadio e il pavimento, e la disposizione delle stanze dell’abitazione. Saranno analizzati anche gli appunti personali di Julie per confrontarli con la calligrafia della lettera, al fine di confermare o smentire che sia stata scritta da lei.
Questi elementi si aggiungono al quadro di un’indagine che, sin dall’inizio, ha seguito la pista del suicidio, senza però escludere altre ipotesi. La fragilità emotiva della giovane e un drammatico evento accaduto pochi giorni prima della morte sono al centro delle investigazioni.
Il 19 ottobre, Julie si era presentata in ospedale denunciando di essere stata violentata. Il presunto episodio di abuso, riconducibile a un incontro con un giovane pugliese di 20 anni, è stato segnalato alle autorità, che hanno avviato indagini. Gli investigatori hanno individuato l’indagato, accusato di violenza sessuale e istigazione al suicidio.
Le ricostruzioni hanno mostrato come Julie e il ragazzo si fossero incontrati in un pub, per poi dirigersi insieme verso l’appartamento della studentessa. Tuttavia, il giovane ha sempre sostenuto che il rapporto fosse consensuale e non ci sarebbero prove dirette a smentire questa versione. Le immagini delle telecamere e la testimonianza del coinquilino della ragazza sembrano confermare l’assenza di segnali di violenza durante quella serata.
Nonostante la possibilità che la fragilità della studentessa l’abbia spinta al gesto estremo, gli inquirenti vogliono fugare ogni dubbio sull’autenticità della lettera e sulla compatibilità dello stato dei luoghi con l’ipotesi di suicidio. Julie, infatti, aveva già tentato il suicidio in Francia, ma la concomitanza del presunto abuso ha sollevato interrogativi su un possibile legame tra i due eventi.
Solo dopo la conclusione dei nuovi accertamenti, la procura deciderà se chiudere il caso o procedere con ulteriori azioni.