Sparatoria a Gallipoli: da vittima a indagato, il caso Carretta-Piteo

L’indagine sulla sparatoria del 28 giugno 2024 a Gallipoli, in cui Claudio Carretta fu ferito gravemente, si arricchisce di nuovi sviluppi che ribaltano il quadro iniziale

polizia

La vicenda, culminata nel ferimento del 48enne, vede ora lo stesso Carretta indagato per stalking, porto abusivo d’arma, lesioni e tentate lesioni nei confronti di Niko Saverio Piteo, il giovane che gli sparò sostenendo la legittima difesa. Il pubblico ministero Luigi Mastroniani ha recentemente concluso un primo filone d’indagine, evidenziando dettagli che complicano ulteriormente la posizione di Carretta.

Il conflitto tra Carretta e Piteo si sarebbe innescato poche ore prima della sparatoria, all’interno di un bar. Secondo le ricostruzioni, Carretta avrebbe aggredito Piteo dopo una discussione apparentemente banale, iniziata con una frase rivolta alla cameriera. La situazione degenerò rapidamente: Carretta afferrò il 27enne per la maglietta e lo trascinò fuori dal locale, colpendolo ripetutamente. Nonostante l’aggressione, Piteo, esperto in arti marziali, riuscì a difendersi e fermò momentaneamente l’attacco.

La violenza, tuttavia, non si concluse lì. Carretta recuperò dalla sua auto una pistola e tentò nuovamente di colpire il rivale, senza successo. Prima di andarsene, lanciò minacce esplicite contro Piteo e la sua famiglia, promettendo ulteriori ritorsioni.

Nel corso della stessa giornata, Carretta si presentò presso l’abitazione di Piteo, continuando a minacciarlo e cercando un confronto diretto. Temendo per la propria vita e per quella dei suoi cari, Piteo esplose diversi colpi con una pistola regolarmente detenuta, ferendo gravemente Carretta. Il 48enne fu ricoverato in condizioni critiche e successivamente posto ai domiciliari con braccialetto elettronico una volta dimesso dall’ospedale.

Le indagini successive hanno portato alla luce un quadro complesso. Il giudice per le indagini preliminari Marcello Rizzo ha descritto Carretta come un individuo con una personalità violenta, dedito a reati commessi con l’uso della forza e delle armi. Questa descrizione ha influito sulle misure restrittive adottate nei suoi confronti.

Da una parte, Piteo ha sostenuto di aver agito in legittima difesa, timoroso per la sicurezza della sua famiglia. Dall’altra, Carretta ha ammesso la lite iniziale, ma ha contestato la ricostruzione degli eventi, dichiarando di essere stato provocato e minacciato. La tesi della legittima difesa resta al centro del dibattito legale, ma il pubblico ministero ha sollevato dubbi sull’operato di entrambe le parti, con Carretta che ora risulta indagato anche per altri reati legati alla vicenda.

Il 48enne è assistito dagli avvocati Speranza Faenza e Raffaele Benfatto, mentre Piteo ha scelto la difesa degli avvocati Stefano Palma e Pompeo Demitri. Le prossime determinazioni giudiziarie potrebbero fare luce definitiva su una vicenda che ha scosso la comunità locale.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Articoli correlati

porto cesareo

Una violenta tromba d’aria ha colpito nel primo pomeriggio la costa di Porto Cesareo, provocando...

La Puglia si prepara al nuovo anno scolastico 2025/26 con numeri che alimentano l’allarme sul...

Un weekend di degustazioni, street food, musica e attività per tutta la famiglia: dal 16...

Altre notizie