Giuseppe Calogiuri, è stato risarcito per ingiusta detenzione dopo aver trascorso 50 giorni ai domiciliari per un’aggressione dalla quale è stato poi assolto. La Corte d’appello ha condannato il Ministero dell’Economia e delle Finanze a corrispondergli 5.500 euro, un ristoro simbolico che difficilmente potrà compensare gli anni difficili vissuti.
Calogiuri era stato accusato, insieme ad altri due imputati, di essere uno degli autori dell’aggressione ai coniugi Margilio, avvenuta nei pressi della loro villa a Lecce. In primo grado, tutti e tre gli imputati erano stati condannati a 2 anni e 4 mesi di reclusione, ma l’appello ha ribaltato il verdetto, con una formula piena di assoluzione nel settembre 2022.
Nonostante il riconoscimento di Calogiuri da parte delle vittime, le prove raccolte non sono risultate sufficienti a confermare la sua colpevolezza. Una mascherina ritrovata sul luogo dell’aggressione rappresentava un elemento chiave, ma le analisi effettuate non hanno fornito tracce di DNA attribuibili con certezza agli imputati. Secondo il biologo genetista Vincenzo Agostini, il DNA rilevato poteva essere contaminato, un fattore che ha minato la solidità dell’accusa.
Il giudice di primo grado aveva comunque ritenuto credibile il movente attribuito a Greco, condannando anche Calogiuri e gli altri coimputati. Tuttavia, in appello, il collegio difensivo ha smontato questa ricostruzione, sottolineando le numerose incongruenze emerse nel corso del processo.
La Corte d’appello ha riconosciuto che le prove contro Calogiuri erano insufficienti e, in alcuni casi, palesemente favorevoli alla difesa. Il risarcimento di 5.500 euro deciso dal tribunale non può certo restituire gli anni trascorsi sotto il peso dell’accusa, ma rappresenta un riconoscimento dell’errore giudiziario.
Questo caso evidenzia come le incongruenze investigative possano portare a ingiustizie gravi, con conseguenze umane ed economiche difficili da cancellare. Nonostante l’assoluzione, il risarcimento non compensa pienamente il danno morale subito da chi è stato ingiustamente accusato.