I giudici della prima sezione penale del tribunale di Lecce hanno condannato a quattro anni di reclusione un uomo e la sua convivente per maltrattamenti in famiglia. La vicenda, avvenuta a Parabita, nel Salento, ha visto come vittima una ragazza che, ancora minorenne, è stata obbligata a occuparsi delle faccende domestiche e a prendersi cura dei figli disabili della compagna del padre. La sentenza ha anche previsto pene accessorie, come l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e una provvisionale di 20mila euro in favore della giovane, rappresentata dall’avvocato Marco Costantino.
La vittima, oggi 22enne, ha trovato rifugio in una casa famiglia dopo aver denunciato i maltrattamenti nel 2018. Per anni, ha vissuto in un ambiente oppressivo, segnato da soggiogazioni psicologiche e privazioni. La ragazza non poteva frequentare la scuola, né mantenere contatti con la madre, trasferitasi fuori regione dopo il divorzio. Doveva invece dedicarsi a tempo pieno alla cura della casa e dei figli della compagna del padre, cucinando, pulendo e vivendo in totale isolamento.
Nel processo, oltre ai maltrattamenti subiti dalla ragazza, si ipotizzavano anche violenze nei confronti degli altri due figli dell’uomo. Questi, secondo le accuse, erano vittime di minacce e pressioni psicologiche, con la compagna del padre che li esortava a lasciare la casa perché “non li sopportava più”. Tuttavia, il tribunale ha assolto i due imputati da queste accuse, considerando insufficienti le prove raccolte durante l’istruttoria.