Sud Italia in difficoltà per qualità della vita: Lecce e Brindisi fanalino di coda

La classifica del Sole 24 Ore evidenzia le disparità tra Nord e Sud Italia, con le province meridionali in fondo per servizi, lavoro e ambiente

La recente indagine sulla qualità della vita pubblicata dal Sole 24 Ore fotografa una situazione di marcata disuguaglianza tra Nord e Sud Italia. Mentre province come Bergamo, Trento e Bolzano guidano la classifica, le aree del Mezzogiorno restano in fondo, penalizzate da gravi lacune nei servizi, nella sicurezza e nelle opportunità lavorative.

Tra le province del Sud, Lecce occupa il 72º posto su 107, nonostante alcuni indicatori positivi come il clima e il mare. Brindisi è ancora più indietro, classificandosi all’89º posto, mentre Taranto scende al 94º. Napoli, capitale simbolica del Sud, si trova penultima, al 106º posto. Al contrario, Bergamo svetta al primo posto, grazie a servizi eccellenti, sicurezza e un’elevata qualità ambientale.

La città di Bari, pur non eccellendo, riesce a superare Lecce e si piazza al 65º posto. Tuttavia, il quadro generale del Mezzogiorno resta preoccupante, con indicatori che mostrano il ritardo rispetto alle province settentrionali.

L’indagine del Sole 24 Ore analizza ben 90 indicatori divisi in sei macro-aree: ricchezza e consumi, affari e lavoro, ambiente e servizi, demografia e salute, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero. Oltre a questi, sono considerati 10 indici sintetici, tra cui il clima, l’ecosistema urbano, la sportività e la qualità della vita per le donne, i giovani e gli anziani.

I dati, raccolti da fonti ufficiali come Istat e Banca d’Italia, rappresentano una media ponderata su base provinciale, offrendo un quadro complessivo che tiene conto delle diverse sfaccettature della qualità della vita.

Quest’anno sono stati introdotti 27 nuovi indicatori, come i rischi idrogeologici, i costi per acquistare casa e il tasso di omicidi. L’obiettivo è aggiornare costantemente i parametri per riflettere le trasformazioni della società e delle economie locali.

Una novità rilevante è l’analisi della qualità della vita in rapporto ai Goal dell’Agenda 2030 dell’ONU. In collaborazione con l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS), l’indagine ha ricondotto i 90 indicatori principali a 15 dei 17 obiettivi dell’Agenda.

Ne emerge un interessante panorama sui progressi dei territori italiani verso uno sviluppo sostenibile. Bologna eccelle nell’istruzione di qualità, con un basso tasso di abbandono scolastico e una percentuale elevata di laureati tra i giovani. Milano si distingue per il lavoro dignitoso e la crescita economica, avvicinandosi al target del 78% di occupazione fissato per il 2030. Verbano-Cusio Ossola e Varese, invece, si affermano come esempi di città sostenibili, grazie a politiche urbane avanzate.

Anche le grandi città italiane mostrano segnali di sofferenza. Le aree metropolitane soffrono per disuguaglianze crescenti e disservizi, aggravando il divario con le province più piccole e meglio organizzate. Ciò nonostante, alcune città del Nord dimostrano un’ottima capacità di adattamento e progresso.

L’indagine del Sole 24 Ore conferma l’esistenza di un’Italia divisa: da un lato le province del Nord, che offrono una qualità della vita elevata grazie a servizi avanzati e sostenibilità, dall’altro il Sud, dove ritardi cronici e disuguaglianze frenano lo sviluppo.

La sfida per il futuro sarà colmare questi divari, adottando politiche mirate per migliorare i servizi, ridurre le disuguaglianze e promuovere la sostenibilità in tutte le aree del Paese.

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