Sabato è “Kora day” a Castrignano de’ Greci

Nella cittadina della Grecìa si celebra l'arte in ogni sua forma

Un’intera giornata per celebrare l’arte, la lettura e la musica: è questo l’obiettivo del KORA DAY, il nuovo appuntamento che si terrà a Castrignano de’ Greci, dalla mattina fino a sera, organizzato da RAMDOM, negli spazi di KORA, tra i più importanti centri del contemporaneo della Puglia.

A inaugurare la giornata di sabato 21 dicembre (a partire dalle ore 10, ingresso libero e gratuito) le attività della Biblioteca di KORA. Acqua, aria, terra, fuoco, sopra, sotto, buio, luce è il titolo dell’attività della biblioteca proposta, dove otto squadre composte da “piccoli partecipanti” si sfideranno per trovare la giusta combinazione e completare una mappatura di storie e suggestioni. A legare l’attività, le opere di Ludovica Carbotta, artista in mostra a partire da sabato 21. Una caccia al tesoro in biblioteca, una passeggiata nel borgo e un’attività di orienteering e laboratoriale nel parco: ogni squadra sarà associata a un modulo della scultura dell’artista, a un tema e a una pozzella. Attività gratuita, iscrizioni e prenotazioni: 3663199532.

Organism. Opera di Ludovica Carbotta

Ludovica Carbotta è la prima artista senior del secondo anno del progetto di residenze dal titolo “Ogni casa è un villaggio”. Il progetto di Carbotta prevede la realizzazione di un’opera pubblica, un organismo temporaneo e diffuso che fa da cerniera tra il paese, Castrignano de’ Greci, e KORA – Centro del Contemporaneo. Ogni casa è un villaggio è all’interno del progetto “Il Borgo del Contemporaneo” di Castrignano de’ Greci realizzato con il sostegno dell’Unione Europea – NextGenerationEU Misura 2.1 del PNRR “Attrattività dei Borghi” che accoglie ogni anno tre artisti junior e tre senior per un periodo di quattro anni. di residenze di artisti senior e junior.

Organism nasce dall’intenzione di utilizzare il Parco delle Pozzelle a Castrignano de’ Greci come luogo generativo e al contempo di restituzione. In antichità ciascuna pozzella veniva affidata alle cure di singoli gruppi familiari che ne beneficiavano attraverso il consumo dell’acqua raccolta. Riflettendo sul funzionamento di questo sistema, al contempo individuale e collettivo, ha preso forma l’idea di un organismo. L’opera è una struttura composta da numerosi elementi indipendenti che, quando uniti e giustapposti, si sostengono a vicenda in una forma collettiva e funziona come scultura solo quando i diversi elementi non sono utilizzati, quindi messi a riposo. I singoli elementi hanno la forma di piccoli veicoli, barelle, lettighe o portantine e sono concepiti per trasportare libri o trasformarsi in piccole tane o nidi quando installate alle Pozzelle loro punto di arrivo. L’opera e la proposta didattica nascono nel dialogo tra la Biblioteca di KORA e il Parco delle Pozzelle. Le attività che verranno realizzate nei prossimi mesi saranno rivolte ai bambini e alle loro famiglie, che potranno prendersene cura – proprio come le famiglie nel passato – utilizzandole per trasportare i libri dalla biblioteca di al Parco.

Il KORA DAY continua nel pomeriggio, dalle ore 19, con l’esposizione delle opere di Ludovica Carbotta e i secondi allestimenti delle mostre “Play Dead!” (dal 21 dicembre 2024 al 16 marzo 2025) e “La desinenza estinta” di Lucia Veronesi (dal 21 dicembre 2024 al 12 gennaio 2025)

Play Dead! (II) – di Like a Little Disaster

L’idea di fine è sempre stata oggetto di riflessione per la specie umana, che l’ha trasposta al cinema, in letteratura e in arte, in un tentativo di padroneggiarla, sintetizzarla, comprenderla. Perché l’apocalisse, personale e globale, dovrebbe condurre a una rivelazione – dal greco kalýptein; disvelare. O forse, più semplicemente, trattare l’apocalisse porterebbe a esorcizzare una paura condivisa poiché è parlando della cosa che, scaramanticamente, si allontana la possibilità che questa accada. Forse, guardandone la sua distruzione, potremo finalmente riuscire a vedere come è fatto il mondo.

Play Dead! prova a indagare il concetto di fine (e il suo opposto, l’inizio, il nuovo inizio. L’alfa e l’omega). All’interno di una maglia interlacciata e agentica il progetto mette a confronto differenti punti di vista, cellule dove poter esperienziare le reciproche connessioni tra biotico e abiotico, tra vita cibernetica e morte fisica, tra tangibilità dei limiti fisici e l’illusorietà di uno scroll eterno. Satelliti attraverso i quali riflettere sulla minaccia dell disastro globale, sul suicidio collettivo e il desiderio di resurrezione o sul senso di ombra perturbante dal futuro.

Attraverso visioni religiose e animistiche nonché teorie e pratiche concettuali, postumaniste, transumaniste ed ecologiste il progetto tenta di sperimentare il superamento del limite, ponendo domande come, cosa troviamo oltre la fine? E oltre la morte?

La mostra, partita nel luglio 2024 con una precisa conformazione e visualizzazione, si trasforma periodicamente ritrovandosi totalmente difforme al suo termine; inoltre è supportata mentalmente/spiritualmente da Wecroakapp, un’app che ogni giorno e in orari random ti invia cinque esortazioni a fermarti e pensare alla morte. Si basa su un detto popolare bhutanese secondo cui per

essere una persona felice bisogna contemplare la morte cinque volte al giorno.

Artisti: Irene Pucci, Donato Trovato, Claudia Giannuli, Mariantonietta Bagliato, Arianna Ladogana, Natasha Grassi, Martina Petrelli, Ginevra Bosa, Raffaele Fiorella, Angelo Iodice, Antonio Milano, Mariangela Giustini, Silvana Di Blasi, Pier Alfeo, Zeinab Haji, Michela Rondinone.

La desinenza estinta / di Lucia Veronesi

Si stima che, in alcune aree del mondo – Nordamerica, Nordovest dell’Amazzonia e Nuova Guinea – il trenta per cento delle lingue si estinguerà entro la fine del XXI secolo: gli indigeni di queste zone si tramandano gli usi delle piante medicinali soltanto oralmente. Molte piante e i corrispettivi usi farmaceutici sono noti solo in certe lingue. Se queste lingue si estinguessero, anche il sapere che custodiscono sparirebbe, e così le piante: continuerebbero a esistere sulla Terra, ma nessuno sarebbe più in grado di riconoscerle, nominarle e usarle. Il sapere medicinale delle culture indigene è quindi fortemente minacciato. È una cancellazione analoga a quella che ha riguardato le donne, scienziate botaniche, i cui nomi e apporti scientifici sono stati rimossi o non riconosciuti. Le lingue stanno alle piante come i nomi delle botaniche stanno alla storia della scienza: parole inghiottite dalle foreste o estirpate dalle enciclopedie. Un nodo unisce queste cancellazioni che ci sottraggono il passato e il futuro.

Oltre all’arazzo, questo secondo allestimento si completa con il video dall’omonimo titolo che si concentra proprio sulle vite e sulle scoperte di alcune di queste figure. Il materiale, proveniente da immagini di archivio e riprese ad hoc dei giardini botanici di Londra e Zurigo, è montato con la tecnica dello stop motion e del collage mentre il suono fa riferimento alle lingue indigene dando così vita ad un viaggio visionario tra parole e immagini. “La desinenza estinta” è il progetto di Lucia Veronesi vincitore della dodicesima edizione (2023) di Italian Council, il programma che promuove l’arte contemporanea italiana nel mondo, curato e promosso da RAMDOM.

Ogni Altro Suono

Gran finale alle 20.30 con l’ultimo appuntamento della rassegna di arte e musica organizzata da RAMDOM con la direzione artistica di Donato Epiro e sostenuta dal FUS.

Tre i set previsti (ingresso 5 euro, gratuito per i bambini fino a 10 anni): si parte con Josephine Illingworth, musicista e artista a cui piace dipingere quadri con il suono. Escursionista di lunga distanza e vagabonda cronica, costruisce le sue opere sonore come viaggi, intrecciando poesia nuda, folklore, chitarra scintillante e registrazioni sul campo in un paesaggio sonoro che sembra quasi tattile. Affascinata dalla natura e dalla religione, la sua scrittura di canzoni è costruita sulla sua mitologia personale; ricordi della sua infanzia suburbana e storie dai campi e dalle montagne in cui vagava una volta cresciuta, distorti attraverso la lente vivida e talvolta surreale del suo lirismo. Al centro, la sua musica è ancorata a una voce che può riempire le cattedrali; allo stesso tempo tremante, delicata e talvolta terrificante, rinomata per la capacità di “lamentare” e “acuta”.

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