L’autopsia sul corpo di Giuseppe De Giosa, 43enne barese, è stata completata dal medico legale Alberto Tortorella su disposizione del pm Giovanna Cannarile della Direzione Distrettuale Antimafia. L’uomo è stato ucciso a colpi di pistola alla periferia di Lecce in circostanze che le autorità stanno cercando di ricostruire.
I risultati preliminari dell’autopsia indicano che De Giosa è stato colpito da due proiettili sparati a distanza ravvicinata: uno ha raggiunto il fianco, mentre l’altro è stato letale, colpendolo al collo. Le modalità dell’agguato lasciano supporre che la vittima abbia tentato di sfuggire ai suoi aggressori, con cui avrebbe avuto un incontro degenerato in violenza. Per completare il quadro della dinamica, saranno necessari ulteriori dettagli che emergeranno dai risultati completi dell’esame autoptico nei prossimi mesi.
Le indagini in corso
Le indagini, affidate agli agenti della Squadra Mobile della Questura di Lecce, puntano a identificare i responsabili del crimine. Secondo le ricostruzioni, almeno due individui armati erano presenti sulla scena del delitto. Le autorità hanno raccolto testimonianze, effettuato controlli e avviato l’analisi di elementi chiave, tra cui lo stub per rilevare tracce di polvere da sparo su un giovane sospettato.
Inoltre, i due telefoni cellulari di De Giosa sono stati sequestrati per estrarre eventuali informazioni utili, e le immagini di una telecamera di videosorveglianza vicina al luogo dell’omicidio potrebbero fornire ulteriori indizi. Durante l’attacco, i killer avrebbero esploso cinque colpi, due dei quali sparati con un kalashnikov, ma andati a vuoto.
Ipotesi investigative
Pur non escludendo alcuna pista, gli investigatori ritengono plausibile che l’omicidio sia stato il risultato di una rapina finita male. L’incontro tra la vittima e gli assalitori potrebbe essere stato organizzato per la cessione di droga, ma sarebbe degenerato in una sparatoria non premeditata. A supporto di questa tesi, i killer non hanno sottratto il borsone della vittima, contenente circa sette chili di hashish, né i soldi presenti all’interno della Panda di De Giosa.
Questo dettaglio rafforza l’idea che la violenza sia stata scatenata dall’escalation di un confronto improvvisato, piuttosto che da un omicidio pianificato. Le indagini proseguono per individuare i colpevoli e chiarire i contorni di una vicenda che si intreccia con il mondo del traffico di droga.