La notte del suo compleanno, Pierre aveva festeggiato con amici in un locale del centro di Lecce. Poche ore dopo, all’alba, il suo corpo senza vita è stato ritrovato lungo via Duca D’Aosta, nei pressi della caserma militare “Pico”. Accanto a lui, la sua bicicletta. I sanitari del 118 hanno tentato invano di rianimarlo, mentre le prime ipotesi dei carabinieri suggerivano un incidente.
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza non hanno evidenziato segni di colluttazione, lasciando aperti numerosi interrogativi. Tuttavia, gli esami istologici e tossicologici condotti dal medico legale Ermenegildo Colosimo hanno chiarito le cause della morte. Nonostante mesi di indagini e interrogatori, non è stato possibile identificare eventuali responsabili.
La procura di Lecce, attraverso la pm Maria Vallefuoco, ha dunque avanzato la richiesta di archiviazione del fascicolo, sempre rimasto a carico di ignoti. Il gip dovrebbe ora chiudere ufficialmente l’inchiesta, lasciando la comunità senza risposte definitive sulla tragedia che ha sconvolto la città.
Pierre, di origini italo-africane, viveva nel quartiere San Pio con i genitori, perfettamente integrati nel tessuto sociale leccese. Nel suo rione, ancora oggi, vengono organizzati incontri e proiezioni cinematografiche in suo ricordo. Un tributo alla sua passione per la street art e la musica, che ha trovato espressione anche nel laboratorio artistico avviato presso Lab11 di Lecce.
Nel marzo scorso, amici e artisti si sono riuniti per un evento speciale: hanno realizzato e assemblato “Rifugio”, un’opera funebre dedicata a Pierre, poi collocata nel cimitero di Lecce. Un gesto collettivo per onorare la memoria del giovane e mantenerne vivo il ricordo.