Maltrattamenti in famiglia e lesioni, si è concluso il processo con una condanna a 2 anni e 2 mesi di reclusione per un uomo di 34 anni di San Pietro in Lama. L’uomo, avrebbe sottoposto la compagna a continue vessazioni, sfociate in episodi di violenza fisica e psicologica, tra cui accuse infondate, persecuzioni e aggressioni.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, coordinata dalla pm Rosaria Petrolo, l’imputato era ossessionato dall’idea che la compagna lo tradisse. In preda ad allucinazioni, probabilmente dovute all’uso di alcol e droga, era arrivato a inviarle foto di pareti gialle e bianche, sostenendo di vedere la donna in compagnia di altri uomini. L’episodio risale al 20 novembre 2023, ma solo poche settimane dopo, a dicembre, l’uomo avrebbe accusato la compagna di aver pubblicato foto e video pornografici online, sostenendo che fossero stati girati nella loro abitazione.
Pochi giorni prima dell’ultima aggressione, si era presentato a casa di un amico della compagna, convinto che avesse una relazione con lei. Lo avrebbe costretto ad alzare la maglietta per verificare la presenza di un tatuaggio che, secondo lui, aveva visto in una fotografia.
La vicenda si è chiusa con la condanna dell’uomo nel processo con rito abbreviato, deciso dal giudice Angelo Zizzari. Le prove raccolte – tra cui la denuncia della vittima, il certificato medico dell’ospedale di Copertino e le testimonianze di più persone – hanno confermato la responsabilità dell’imputato. La difesa, rappresentata dall’avvocato Massimo Bellini, aveva chiesto l’assoluzione dal reato di lesioni, ma il tribunale ha ritenuto le accuse fondate. La vittima si era costituita parte civile con l’avvocato Roberto Rella.
