Portata alla luce una frode nel commercio dell’olio d’oliva, l’operazione, finalizzata al contrasto della contraffazione nel settore oleario, ha scoperto che olio miscelato e raffinato veniva venduto come extravergine.
Le analisi preliminari su alcuni campioni hanno evidenziato che il prodotto veniva sottoposto a un processo di raffinazione per ridurre il grado di acidità, in modo da rientrare nei parametri previsti per la categoria dichiarata in etichetta. Tra gli elementi che hanno destato sospetti negli investigatori, vi erano il prezzo di vendita insolitamente basso rispetto alla media di mercato e l’utilizzo di contenitori in polietilene, un materiale ormai superato e considerato poco adatto alla conservazione delle proprietà chimiche e organolettiche dell’olio.
L’operazione ha portato al sequestro di 2.200 litri di olio nel locale di imbottigliamento a Campi Salentina, destinati alla commercializzazione. Inoltre, sono stati apposti i sigilli a 800 litri di olio di semi in lattina, in attesa di ulteriori verifiche sulla loro conformità.
L’inchiesta è ancora in corso per individuare ulteriori responsabilità e stabilire l’eventuale coinvolgimento di altre persone.