A processo cinque medici per la morte di Francesco Sebastio

Cinque medici del Vito Fazzi di Lecce sono stati rinviati a giudizio per la morte di Francesco Sebastio, sottufficiale tarantino di 59 anni in servizio presso la Marina Militare, deceduto dopo il primo ciclo di chemioterapia.

La decisione è stata presa dalla giudice Francesca Mariano al termine dell’udienza preliminare, in cui i familiari della vittima – moglie, figli e fratello – si sono costituiti parte civile, assistiti dagli avvocati Lisa Blumetti e Alessandro Alessandrini Marrino. Secondo l’accusa, i medici non avrebbero monitorato adeguatamente le condizioni cliniche del paziente prima della terapia, causando un aggravamento irreversibile.

Sebastio era affetto da un linfoma non Hodgkin e aveva iniziato un ciclo di cure presso l’ospedale di Lecce con la speranza di superare la malattia. Per i suoi familiari, la sua condizione non lasciava presagire un pericolo di vita imminente. Tuttavia, dopo la somministrazione del primo ciclo di chemioterapia, si sono verificate complicanze inattese che hanno portato al ricovero in Rianimazione, senza più possibilità di rientrare a casa.

L’accusa sostiene che i medici avrebbero agito con imprudenza e imperizia, non monitorando in modo adeguato il quadro clinico prima della terapia, fattore che avrebbe compromesso irrimediabilmente la salute del paziente fino al decesso.

In particolare, due dei cinque medici – difesi dagli avvocati Gianluca D’Oria e Francesco De Jaco – dovranno rispondere di lesioni colpose, accusa derubricata rispetto all’iniziale imputazione di omicidio colposo, contestata invece agli altri tre sanitari, difesi dagli avvocati Viola Messa e Giuseppe Dello Russo.

Le responsabilità mediche sono emerse da una consulenza tecnica disposta dalla Procura, affidata al medico legale Biagio Solarino e all’ematologo Vincenzo Pavone, specialista dell’ospedale Cardinale Panico di Tricase. Il processo si svolgerà davanti al giudice monocratico del Tribunale di Lecce e dovrà chiarire se vi siano state negligenze nel trattamento del paziente.

Secondo l’avvocata Lisa Blumetti, Sebastio era un padre di famiglia esemplare, vicino alla pensione, che aveva anche programmato un viaggio in Normandia con la moglie. I familiari chiedono ora giustizia per comprendere le reali cause del decesso e l’eventuale responsabilità dei medici coinvolti.

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