Dall’Ucraina all’Italia, in Puglia, per aggiornare tecniche e competenze in materia di trapianti di midollo. Da Kiev a Lecce, con la consapevolezza che fuggire non è un’opzione perché è in gioco la vita di centinaia di malati che, mentre dal cielo incombe la minaccia di droni e bombe, si misurano ogni giorno con il dolore e la fatica della malattia.
Per questo, grazie all’accoglienza dell’Associazione “Angela Serra Odv” per la ricerca sul cancro – che ha voluto sostenere anche finanziariamente il National Cancer Institute di Kiev – il dottor Shokun ha raggiunto l’Università del Salento e l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dove può misurarsi e aggiornarsi con le più moderne tecniche di trattamento dei tumori grazie al team di oncologi ospedalieri del nosocomio della ASL Lecce e all’aiuto del professor Ugo De Giorgi, docente al Dipartimento di Medicina Sperimentale di Unisalento e direttore della Struttura Complessa di Oncologia Universitaria dello stesso ospedale. L’obiettivo è supportare il team ucraino sia da un punto di vista assistenziale che scientifico, inserendolo nei network di ricerca e cura nazionali e internazionali.
Non solo. Al momento manca, in tutta l’Ucraina, una struttura adeguata per il trattamento e la cura dei tumori germinali che colpiscono soprattutto i giovani. “Il nostro contributo – dice il professor De Giorgi – mira a ristabilire anche questo tipo di attività perché la guerra, purtroppo, non porta soltanto distruzione fisica di ospedali e città, ma preclude crudelmente l’accesso a terapie complesse e salvavita, impedendo la guarigione dei pazienti più giovani”.
“La guerra distrugge anche la speranza e i luoghi di cura per molti pazienti che vivono nelle aree interessate dal conflitto. Non riesce però a distruggere la passione e la dedizione al lavoro di medici come il dottor Shokun che siamo orgogliosi di ospitare, contribuendo alla sua formazione da un punto di vista scientifico e assistenziale. Ci auguriamo che possa ritornare presto a svolgere il suo prezioso lavoro, forte del supporto e della cooperazione dei nostri clinici, in un Paese finalmente pacificato” dichiara il direttore generale di Asl Lecce, Stefano Rossi.
“Al momento – spiega il dottor Shokun – lavoriamo sotto forte stress, con il timore costante di essere colpiti da un ordigno. Non abbiamo farmaci per le nuove cure e possiamo assicurare soltanto le terapie principali, ma intendiamo fare tutto quanto è possibile per migliorare l’assistenza sanitaria agli ucraini. Il diritto alla salute è sacro”.