L’inchiesta sulla rete di spaccio leccese ha portato alla luce non solo il ruolo dei principali indagati, ma anche i nomi di imprenditori della zona che risultavano tra i clienti abituali del gruppo criminale. Pur non essendo indagati, i loro nomi emergono nell’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Angelo Zizzari. Tra i più assidui acquirenti figurano due fratelli, il cui coinvolgimento nelle dinamiche del traffico di droga è stato evidenziato dalle intercettazioni telefoniche.
Le conversazioni captate dagli inquirenti rivelano che i due imprenditori avevano accumulato debiti significativi per l’acquisto di stupefacenti. Questo stato di insolvenza ha generato tensioni con Giuseppe Nicoletti, uno dei principali indagati dell’inchiesta, che nelle telefonate intercettate manifestava un tono particolarmente acceso nei loro confronti.
L’inchiesta ha quindi permesso di ricostruire un quadro dettagliato delle dinamiche finanziarie tra il sodalizio criminale e alcuni esponenti dell’imprenditoria locale, evidenziando come il traffico di droga avesse coinvolto anche soggetti estranei alla criminalità organizzata, ma comunque legati a essa da un rapporto di dipendenza economica.