Melendugno e Vernole si preparano a chiudere ogni contenzioso con Tap in merito all’inquinamento della falda. La decisione nasce da un quadro processuale che si sta rivelando meno favorevole del previsto per i Comuni che si erano costituiti parte civile. Il pubblico ministero ha infatti chiesto l’assoluzione per la quasi totalità delle imputazioni, rendendo incerto il futuro giudiziario della vicenda.
La maggioranza del sindaco di Melendugno, Marco Potì, si è riunita lunedì 10 marzo con l’opposizione – inclusi alcuni consiglieri da sempre contrari al gasdotto – per esaminare la bozza di accordo proposta dai legali della multinazionale, elaborata in collaborazione con l’avvocato del Comune, Francesco Calabro. Secondo le valutazioni legali, Tap avrebbe buone possibilità di vincere il processo, lasciando Melendugno e Vernole senza alcun risarcimento.
Di fronte a questa prospettiva, l’amministrazione comunale di Melendugno ha scelto la strada del compromesso economico, accettando un accordo che garantirebbe 6 milioni di euro al proprio Comune e 2 milioni a Vernole, erogati in due tranche. L’intesa, che dovrà essere ratificata dal Consiglio comunale, risponde a esigenze finanziarie urgenti: la falesia costiera di Torre dell’Orso è a rischio crollo, e la Regione ha stanziato fondi insufficienti per un intervento di consolidamento.
Nel frattempo, si è svolta una nuova udienza del processo. La giudice Chiara Panico aveva già concesso una pausa per consentire ai legali di Tap e dei Comuni di negoziare. L’accordo prevede 8 milioni di euro in cambio della rinuncia a ogni richiesta di risarcimento e alle compensazioni previste dalla legge regionale. L’obiettivo della multinazionale è chiudere la questione economica ed evitare le incertezze di un lungo contenzioso.
Il Comune di Vernole, però, mostra alcune riserve. Il sindaco Mauro De Carlo vorrebbe mantenere il diritto alle compensazioni regionali, soprattutto alla luce del possibile raddoppio della capacità del gasdotto Tap. Tuttavia, il primo cittadino ha riconosciuto la necessità di garantire il massimo beneficio alla comunità, evitando di affrontare un iter processuale complicato e costoso. Per questa ragione, Tap potrebbe concludere l’accordo con Vernole per una cifra di circa 3 milioni di euro, risolvendo così anche una richiesta risarcitoria di 300mila euro.