Inchiesta su appalti e voti in cambio di favori: confermati i domiciliari per il sindaco di Sanarica

Respinto il ricorso di Salvatore Sales: coinvolti anche altri amministratori salentini, imprenditori e tecnici

Il tribunale del riesame ha confermato la misura cautelare ai domiciliari per il sindaco di Sanarica, rigettando il ricorso presentato dal suo legale, l’avvocato Vincenzo Blandolino. Il provvedimento si inserisce nel più ampio contesto di una maxi inchiesta giudiziaria che coinvolge diversi esponenti della politica e dell’imprenditoria locale del Salento. Il presidente del collegio, Carlo Cazzella, ha comunicato che le motivazioni del rigetto saranno rese note entro 45 giorni.

Oggi, 1° aprile, sarà discussa la posizione dell’assessore Dario Strambaci, anch’egli sotto indagine per presunte irregolarità negli appalti pubblici. Secondo l’accusa, formalizzata nell’ordinanza del gip Stefano Sala, sindaco e assessore avrebbero predisposto bandi su misura per favorire due imprenditori locali, i fratelli Castrignanò, in cambio di sostegno elettorale.

Tra gli appalti finiti sotto la lente della magistratura ci sono:

Centro comunale di raccolta differenziata dei rifiuti, per un importo di 300mila euro

Adeguamento e messa in sicurezza dell’Area Servizi, con abbattimento delle barriere architettoniche, per 43mila euro

Piano straordinario di messa in sicurezza delle strade, finanziato dal Fondo Sviluppo e Coesione, del valore di 183mila euro

Lavori di mitigazione del rischio geomorfologico dell’abitato di Sanarica, pari a 999mila euro

Interventi per l’efficientamento dell’illuminazione pubblica, con l’installazione di impianti a led, per 100mila euro

In cambio dei bandi, secondo l’ipotesi accusatoria, gli imprenditori avrebbero sostenuto attivamente la campagna elettorale di Sales e Strambaci, candidati rispettivamente a sindaco e consigliere comunale nel 2021. Il supporto avrebbe incluso pressioni su familiari e conoscenti per ottenere voti, anche mediante l’invio di fac simile della scheda precompilata via WhatsApp.

Nel frattempo, per altri sindaci coinvolti si delineano scenari diversi: Rocco Cavallo, ex sindaco di Ruffano, è tornato in libertà dopo l’annullamento della misura cautelare da parte del Riesame. Restano invece ai domiciliari Ernesto Toma, sindaco di Maglie, e il suo vice Marco Sticchi, anch’essi coinvolti nella stessa inchiesta.

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