In Puglia nel 2024 hanno chiuso 14 imprese ogni giorno, gran parte piccoli negozi, con un impatto particolarmente grave nei centri urbani minori e nelle aree interne. Intanto. Il commercio online ha invece continuato a crescere a doppia cifra, sostenuto da un vantaggio fiscale strutturale: le grandi piattaforme e-commerce internazionali pagano il grosso delle imposte nei Paesi a fiscalità più favorevole, anche quando generano ricavi da un’altra parte.
L’apertura di una nuova fase regolatoria legata all’arrivo dei dazi USA, per Confesercenti Puglia, è il momento giusto per affrontare finalmente anche il nodo della concorrenza fiscale tra online e offline. Se non si interviene ora si rischia di spingere sempre più attività fuori dai territori, favorendo la delocalizzazione del retail e l’omologazione dei consumi.
“La proposta di Parigi va nella direzione giusta e l’Ue deve cogliere questa opportunità per varare un sistema fiscale più equo e moderno”, afferma Benny Campobasso, presidente Confesercenti Puglia. Che aggiunge: “Non si tratta di colpire l’innovazione ma di garantire una concorrenza leale con le imprese del territorio. Tutte le imprese, fisiche e digitali, devono contribuire in modo equo alla fiscalità dei Paesi in cui operano. Solo così possiamo difendere la rete del commercio di vicinato che garantisce occupazione, presidia il territorio ed offre servizi essenziali a cittadini e turisti”.