Durante una delle tappe romane del suo tour, Giuseppe Ninno – conosciuto dal grande pubblico come Mandrake – ha vissuto un episodio spiacevole: il van utilizzato da lui e dal suo staff è stato forzato e saccheggiato da ignoti. Il furto è avvenuto in piazza Bocca della Verità, proprio di fronte al celebre Tempio di Ercole Vincitore, in pieno centro storico.
Tra gli oggetti rubati, sebbene non di particolare valore economico, due elementi spiccavano per il loro valore simbolico ed emotivo: il pigiama del padre di Mandrakino e la vestaglia rossa del personaggio di mamma Maria, due costumi iconici che hanno segnato l’identità comica dell’influencer brindisino.
Mandrake ha scelto di condividere l’accaduto attraverso i suoi canali social, raccontando con amarezza l’episodio e lanciando un appello alla comunità romana. Il post pubblicato su Facebook e le storie su Instagram hanno immediatamente generato una reazione di forte solidarietà da parte dei suoi fan, che non hanno esitato a manifestare affetto e vicinanza.
Nonostante lo shock, Mandrake ha dimostrato ancora una volta il suo spirito positivo, sottolineando la volontà di andare avanti nonostante le difficoltà. In questo clima di delusione e rabbia, è arrivato però un gesto che ha riportato il sorriso sul volto dell’artista e dei suoi follower.
Un bambino di nove anni, Alessio, ha infatti contattato Mandrake con un messaggio commovente:
“Ciao Giuseppe, ho la vestaglia uguale alla tua. La comprai per venire ai Parioli a Roma a teatro. Se vuoi, te la regalo. È la stessa identica.”
Il messaggio ha profondamente toccato il comico, che ha voluto ringraziare pubblicamente il piccolo fan. Nel post di ringraziamento, Mandrake ha scritto:
“Mi fa capire che in un mondo di gente cattiva, invidiosa e senza scrupoli, c’è ancora SPERANZA. Speranza che per me riparte da Alessio, da Ginevra, da Gioele, da Ilaria, da Nicolas e da tutti i bambini che con la loro purezza e con il loro cuore, possono cambiare le cose.”
Questo gesto semplice ma pieno di significato ha risollevato l’umore dell’artista, diventando simbolo di un affetto che va oltre i palcoscenici e i numeri sui social. La vicenda, seppur nata da un atto criminale, si è trasformata in una testimonianza di solidarietà e umanità, valori spesso dimenticati ma ancora fortemente presenti nella società.