È scattata all’alba un’operazione antimafia di vasta portata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce e condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi, con il supporto del Nucleo Cinofili di Modugno e dell’Aliquota di Primo Intervento di Brindisi. Le attività si sono svolte nelle province di Lecce, Brindisi e Padova, e in numerosi istituti penitenziari italiani, tra cui Sassari, Oristano, Bari, Lecce e Agrigento.
Dieci le persone colpite da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Lecce. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, con l’aggravante di aver agevolato la Sacra Corona Unita, in particolare la frangia cosiddetta “tuturanese”. Sono contestati anche reati legati al possesso e utilizzo di armi da fuoco.
Ordini impartiti dal carcere
Secondo quanto emerso dalle indagini, il boss Cristian Tarantino avrebbe continuato a dirigere le attività criminali nonostante la detenzione, impartendo ordini dall’interno del carcere. Una ricostruzione dettagliata dell’organigramma dell’associazione ha permesso di individuare ruoli precisi: dal vertice operativo ai referenti sul territorio, fino alla rete di spaccio articolata nelle province di Brindisi e Lecce.
Il capo detenuto gestiva i flussi di droga, fissava i prezzi e suddivideva i profitti, affidando all’organizzatore di fiducia il compito di distribuire lo stupefacente e coordinare i pusher. Questi ultimi si occupavano dello spaccio diretto e della custodia della droga, nonché della raccolta del denaro, parte del quale veniva usato per sostenere economicamente il boss e gli altri detenuti affiliati.
I risultati delle indagini
L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo di Brindisi tra ottobre 2022 e novembre 2024, è il culmine di un’attività avviata in seguito a gravi atti intimidatori contro esercizi commerciali di San Pietro Vernotico, che avevano destato forte allarme sociale.
Tra i risultati ottenuti:
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Sequestro di 10,6 kg di cocaina, 1,4 kg di marijuana e 400 grammi di hashish;
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Arresto in flagranza di 5 persone;
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Sequestro di armi da fuoco, tra cui pistole semiautomatiche, una pistola a tamburo, un fucile e un silenziatore artigianale;
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Individuazione dei luoghi di occultamento della droga e identificazione di altri 10 soggetti coinvolti nello spaccio.
Il regime del 41 bis e le misure straordinarie
Il 22 agosto 2024, su richiesta della DDA, il Ministro della Giustizia ha applicato al promotore dell’organizzazione il regime detentivo del 41 bis, confermando la pericolosità del sodalizio. Le autorità hanno ritenuto necessario anche convocare più volte il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza in Prefettura, oltre a numerose Riunioni Tecniche di Coordinamento.
L’operazione ha smantellato un’organizzazione ben strutturata, radicata nel territorio e dotata di mezzi e risorse, capace di gestire un traffico illecito su vasta scala e di intimidire la comunità locale con atti violenti e dimostrativi.