Xylella in Puglia, persi 600mila giornate di lavoro e danni per 3 miliardi

Il batterio ha devastato 8mila km² di uliveti salentini, provocando crolli produttivi e impatti su turismo, paesaggio ed economia

La diffusione della Xylella fastidiosa in Puglia ha provocato la perdita di circa 600mila giornate di lavoro, con danni complessivi stimati in quasi 3 miliardi di euro. L’area colpita si estende anche nel territorio salentino, dove la produzione di olio extravergine è stata drasticamente ridotta, con effetti negativi a catena sull’agricoltura, l’occupazione e l’ambiente.

Secondo l’analisi diffusa da Coldiretti Puglia durante un convegno promosso dalla UILA a Bari, la crisi olivicola ha inciso anche sul paesaggio e sull’attrattività turistica, compromettendo interi tratti di territorio trasformati in distese di ulivi secchi. La sola provincia di Lecce ha registrato un crollo produttivo del 75%, ovvero tre olive su quattro andate perse.

Gli effetti del batterio non si fermano alla sola agricoltura. L’intera filiera olivicola è sotto pressione: aziende senza reddito, lavoratori disoccupati, e un mercato sempre più esposto alle importazioni di olio dall’estero, in particolare dalla Tunisia. A causa della normativa vigente sul codice doganale, che consente la trasformazione finale sul suolo italiano di prodotti esteri, cresce il fenomeno dell’”italian sounding”, ovvero la vendita di prodotti stranieri spacciati per italiani.

La Coldiretti richiede con urgenza un secondo piano di rigenerazione pluriennale per affrontare l’emergenza fitosanitaria. Dei 300 milioni di euro previsti inizialmente, ben 115mila ettari di uliveti risultano ancora esclusi dagli interventi di recupero, evidenziando l’incompletezza dell’azione istituzionale. Il nuovo piano dovrebbe coinvolgere in modo coordinato istituzioni regionali, nazionali ed europee, puntando anche su ricerca scientifica e sostegno concreto agli agricoltori colpiti.

La situazione pugliese rappresenta un punto critico anche per la produzione nazionale di olio extravergine, già colpita da altre avversità climatiche e fitosanitarie.

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