Morte del bimbo per polmonite, patteggiano i genitori: due anni con pena sospesa

tribunale

Hanno patteggiato due anni di reclusione, con pena sospesa e non menzione, i genitori del bimbo di 14 mesi deceduto nel giugno 2023 a Casamassella, frazione di Uggiano La Chiesa, a causa delle complicanze di una polmonite interstiziale non trattata. La tragica vicenda ha trovato oggi una prima conclusione giuridica davanti al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce.

Il piccolo, che presentava febbre da diversi giorni, non fu mai sottoposto a visita pediatrica, ma fu affidato alle cure di un medico oculista, amico di famiglia, che prescrisse un farmaco omeopatico. Nonostante l’aggravarsi delle condizioni del bambino, i genitori non ricorsero alla medicina tradizionale, preferendo trattamenti alternativi e continuando ad alimentarlo solo con latte materno.

Le indagini condotte dalla Procura di Lecce hanno messo in luce la scelta consapevole della coppia di non rivolgersi a un pediatra, in linea con le loro convinzioni ideologiche. I due sono infatti noti nel paese per la loro opposizione ai vaccini e ai protocolli sanitari convenzionali. Questo atteggiamento si è rivelato decisivo nel mancato riconoscimento e trattamento tempestivo della patologia respiratoria che ha colpito il bambino.

L’accusa di omicidio colposo è stata accolta nell’ambito del patteggiamento, con l’accordo sulla pena di due anni, la sospensione condizionale e la non iscrizione della condanna nel casellario giudiziale. La coppia, che ha altri due figli, ha dunque evitato il processo e possibili pene più gravi.

Resta aperto invece il procedimento nei confronti del medico oculista, per il quale la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. L’uomo, pur non essendo specialista in pediatria, avrebbe assunto un ruolo attivo nella gestione del caso clinico, contribuendo con la sua prescrizione a ritardare l’accesso a cure adeguate.

Il caso ha suscitato profonda commozione e dibattito nella comunità locale, dove la famiglia era conosciuta per le sue posizioni controcorrente in ambito sanitario. La tragedia ha sollevato interrogativi anche a livello nazionale sulla libertà di scelta terapeutica e sui limiti del rifiuto delle cure mediche convenzionali nei minori, aprendo un delicato fronte tra diritto alla salute e responsabilità genitoriale.

In attesa dell’evolversi dell’iter giudiziario per il medico coinvolto, la sentenza di patteggiamento segna una pagina amara in una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica e riacceso l’attenzione sui rischi legati all’abbandono delle cure pediatriche tradizionali.

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