Autonomia differenziata, la Regione propone una modifica

Oggi la Giunta ha approvato un disegno di legge avente ad oggetto una proposta legislativa da presentare alle Camere recante modifiche e integrazioni alla legge Calderoli sull’Autonomia differenziata (legge n. 86/2024).

 

La proposta è stata elaborata su richiesta del presidente Michele Emiliano dai componenti esterni del Gruppo di studio voluto dallo stesso Emiliano, coordinato dal capo dell’Avvocatura regionale, Rossana Lanza, e composto dai magistrati amministrativi consiglieri Silvia Piemonte e Claudia Lattanzi e dai professori ordinari dell’Università degli Studi di Bari Cosimo Pietro Guarini, Pierdomenico Logroscino e Vitorocco Peragine.

 

E’ noto che dopo la sentenza n. 192 del 2024 della Corte Costituzionale, in accoglimento del ricorso proposto anche dalla Regione Puglia, è rimasto ben poco della legge fortemente voluta dall’attuale Governo in dichiarata attuazione dell’art.116 terzo comma della Costituzione.

 

Per contribuire alla realizzazione di una differenziazione regionale solidale e cooperativa, la Giunta regionale ha pertanto chiesto all’Assemblea legislativa regionale di presentare la proposta alle Camere a norma della Costituzione e dello Statuto regionale.

 

“Con questo disegno di legge – ha spiegato il presidente Emiliano – miriamo a realizzare la piena attuazione del modello costituzionale del federalismo fiscale «cooperativo» quale condizione imprescindibile perché possano attribuirsi forme di autonomia differenziata.”

 

Fondamentale è infatti la preliminare equa distribuzione delle risorse: l’applicazione del regionalismo differenziato è subordinata alla previa piena operatività del fondo perequativo di cui all’art. 119, comma 3, della Costituzione.

 

Allo stesso modo, fondamentale è l’eliminazione delle differenze inique volute da Calderoli tra materie LEP e materie non LEP: il quadro ridefinito dalla Corte Costituzionale delinea invece la necessità di tenere distinte non le materie ma le funzioni che attengono a prestazioni concernenti i diritti civili o sociali dalle altre.

 

La proposta accoglie un altro punto fondamentale indicato dalla Corte: in virtù del principio di sussidiarietà, la richiesta di funzioni aggiuntive da parte delle regioni deve essere motivata in termini di aumento dell’efficienza di sistema.

 

Infine, di rilievo è anche la previsione che, prima dell’avvio del negoziato, il presidente del Consiglio dei Ministri, o il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie da lui delegato, trasmetta alla Conferenza permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano l’atto di iniziativa, unitamente alla documentazione istruttoria di supporto e che in tale sede le Regioni e le Province autonome, diverse da quella richiedente, possano presentare osservazioni di cui occorre tener conto nel corso del negoziato.

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