L’inchiesta sulla morte dell’imprenditore di Leverano, prosegue con nuovi accertamenti. L’uomo, sposato e padre di tre figli, era stato rinvenuto privo di vita il 30 settembre in una zona rurale, vicino a Masseria Capuzzi. Sebbene l’autopsia non abbia rilevato elementi riconducibili a una morte violenta, gli inquirenti hanno deciso di approfondire ulteriormente il caso. Le circostanze del ritrovamento del corpo presentano alcune anomalie che hanno spinto le autorità a non escludere altre ipotesi, oltre a quella del suicidio.
Oggi, martedì 8 ottobre, la pm Maria Vallefuoco conferirà un incarico all’ingegnera Tania De Benedittis, consulente della famiglia, per eseguire una perizia sui telefoni cellulari della vittima e dei due uomini indagati. Questi ultimi, difesi dall’avvocato Cosimo D’Agostino, sono stati iscritti nel registro degli indagati con le accuse di istigazione al suicidio e minacce gravi.
L’imprenditore, secondo le prime ricostruzioni, si era allontanato da casa a bordo del suo Renault Kangoo. Dopo diverse ore di ricerche, il suo corpo senza vita venne trovato il giorno successivo. Nonostante l’ipotesi più accreditata resti quella di un gesto estremo legato a problemi personali, le autorità non trascurano alcuni dettagli anomali emersi al momento del ritrovamento del cadavere. Questo ha portato all’analisi dei dispositivi mobili, nel tentativo di far luce su eventuali comunicazioni o messaggi che potrebbero fornire indizi utili a chiarire i fatti.
La consulenza sui cellulari potrebbe essere un elemento chiave per risolvere il caso, permettendo di verificare se vi siano state pressioni esterne o minacce che avrebbero potuto spingere l’imprenditore a compiere il tragico gesto. L’indagine, quindi, rimane aperta e continua a focalizzarsi non solo sullo stato emotivo dell’uomo, ma anche sulle persone a lui vicine.
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