Morte di un militare dopo la chemio: richiesta di rinvio a giudizio per cinque medici

Cinque medici dell'ospedale di Lecce rischiano il processo per la morte di un paziente, a causa di presunti errori terapeutici

Cinque medici dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce rischiano il processo per la morte del sottufficiale della Marina Militare Francesco Sebastio, deceduto nel gennaio 2023 a seguito di trattamenti terapeutici ritenuti inappropriati.

Il pubblico ministero Alessandro Prontera ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per i medici coinvolti, con l’accusa di responsabilità colposa in ambito sanitario. Per tre di loro, l’accusa rimane quella di omicidio colposo, mentre per gli altri è stata ridotta a lesioni colpose. L’udienza preliminare, che si terrà il 15 gennaio davanti alla giudice Maria Francesca Mariano, deciderà se i medici saranno processati.

L’inchiesta è stata avviata a seguito della denuncia presentata dai familiari del sottufficiale 59enne, originario di Taranto, che si era sottoposto il 30 dicembre 2022 a una prima dose di chemioterapia. Nei giorni successivi, le condizioni di Sebastio sarebbero peggiorate drasticamente, fino al decesso, avvenuto il 20 gennaio 2023.

Secondo la ricostruzione accusatoria, due medici avrebbero somministrato a Sebastio un farmaco controindicato, senza attendere i risultati degli esami di laboratorio, basandosi solo sulle dichiarazioni del paziente. Inoltre, gli altri medici sono accusati di aver prescritto una terapia anticoagulante in dosaggi giudicati eccessivi e pericolosi.

Gli imputati saranno difesi dagli avvocati Gianluca D’Oria, Viola Messa, Francesco De Iaco e Giuseppe Dello Russo. I familiari della vittima potranno costituirsi parte civile durante l’udienza, con l’assistenza dell’avvocato Alessandro Alessandrini Marrino.

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