L’efficienza organizzativa della Asl di Lecce è finita sotto la lente d’ingrandimento dopo le dure critiche mosse dall’Ordine dei Medici, dai sindacati dei camici bianchi e dalla Cisal Sanità. A segnalarlo è il Corriere del Mezzogiorno. Al centro della polemica ci sono i 19 dipartimenti istituiti all’interno dell’azienda sanitaria, accusati di inattività nonostante i compensi annuali percepiti dai loro direttori, che ammontano complessivamente a circa 300 mila euro.
Accuse di inattività e mancanza di trasparenza
Secondo Donato De Giorgi, presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Lecce, i dipartimenti e i relativi comitati non svolgerebbero le funzioni previste dal regolamento. «Non esiste un solo verbale che attesti riunioni o attività operative», ha affermato De Giorgi, aggiungendo che, a suo giudizio, i dipartimenti risultano sostanzialmente inattivi, anche se i direttori continuano a percepire un compenso annuo di circa 15 mila euro ciascuno.
La replica della Asl, tuttavia, non ha tardato ad arrivare. La direzione generale ha dichiarato che «non risultano doglianze formali» in merito all’operatività dei dipartimenti. Ma la mancanza di prove documentali, come i verbali delle riunioni, continua a sollevare dubbi.
Il ruolo dei dipartimenti: funzioni previste ma mai attuate?
Nell’architettura organizzativa della Asl, i dipartimenti sono stati concepiti per coordinare unità operative e gestire percorsi clinici fondamentali per l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). Tra le loro responsabilità figurano la presa in carico dei pazienti, le prestazioni diagnostiche, terapeutiche, palliative e riabilitative. Tuttavia, le norme che regolano il funzionamento dei dipartimenti sembrano non essere rispettate:
- L’assemblea di dipartimento dovrebbe riunirsi almeno una volta all’anno, ma secondo l’Ordine dei Medici, ciò sarebbe accaduto solo una volta, subito dopo l’istituzione.
- Il comitato di dipartimento, previsto per incontri mensili, non avrebbe mai prodotto alcun verbale.
Un problema che nasce da lontano
La vicenda dei dipartimenti della Asl di Lecce non è nuova. Nel febbraio 2023 si scoprì che 25 direttori erano stati nominati senza l’istituzione del comitato di dipartimento, l’organo preposto alla selezione delle candidature. Dopo l’intervento del Nucleo Ispettivo Regionale Sanitario (Nirs), il numero dei dipartimenti fu ridotto a 19, ma con la riconferma di quasi tutti i direttori uscenti.
Giovanni D’Ambra, in una lettera inviata alla Procura della Corte dei Conti di Bari e alla Regione Puglia, ha criticato l’approccio della Asl, definendolo «un’organizzazione dipartimentale a stralcio» e sollevando dubbi sull’adozione di un atto aziendale conforme alla legge regionale del 2010.
Sprechi e inefficienza: il ruolo delle istituzioni
Le accuse lanciate da Cisal e dagli altri soggetti coinvolti evidenziano una gestione che, a loro avviso, appare confusa e poco trasparente. La questione dei compensi elargiti ai direttori dei dipartimenti assume particolare rilievo in un contesto di risorse sanitarie limitate.
Resta ora da vedere se la Regione Puglia o altre istituzioni interverranno per fare chiarezza. La mancata attuazione delle norme, insieme all’assenza di risultati tangibili, rischia di alimentare un clima di sfiducia nei confronti del sistema sanitario locale.