Il lido Zen di Gallipoli, famoso per i suoi eventi e gli happy hour, è stato posto nuovamente sotto sequestro. I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce hanno disposto il provvedimento durante il processo per presunti abusi edilizi. Nonostante le limitazioni all’uso dello stabilimento, che avrebbe dovuto esclusivamente fornire un servizio di noleggio ombrelloni e lettini e un’attività di bar, la struttura ha continuato ad organizzare eventi musicali e serate movimentate, attirando centinaia di persone.
Le annotazioni redatte dai militari della Capitaneria, incaricati di applicare i sigilli, evidenziano il caos provocato dalle attività dello Zen. Le affluenze massicce di avventori hanno congestionato il lungomare Baia Verde, unica via di accesso al lido, impedendo persino il passaggio agevole dei mezzi di soccorso. Gli eventi, caratterizzati da musica ad alto volume e somministrazione di bevande superalcoliche, hanno generato numerosi problemi di ordine pubblico, culminati in episodi violenti come una rissa avvenuta durante l’estate.
Ad aggravare ulteriormente la posizione del lido, una comunicazione del titolare, protocollata il 12 settembre, annunciava l’intenzione di proseguire l’attività oltre il termine della stagione balneare senza indicare una data di chiusura. Tuttavia, secondo la normativa regionale, gli stabilimenti balneari possono operare tutto l’anno solo se in possesso dei titoli urbanistici, edilizi, paesaggistici e doganali richiesti, oltre alla concessione demaniale marittima.
Nonostante tali restrizioni, lo Zen aveva continuato a sfruttare la struttura per attività accessorie senza rispettare le disposizioni previste.
Il caso del lido Zen rappresenta un esempio di gestione poco attenta alle normative e ai vincoli imposti per la sicurezza e il rispetto del territorio. La vicenda, ancora al centro delle indagini penali, richiama l’attenzione sull’importanza di bilanciare intrattenimento e legalità, soprattutto in località ad alta vocazione turistica come Gallipoli.