La giudice del tribunale per i minorenni, Lucia Rabboni, ha emesso la sentenza questa mattina, riqualificando il reato da insulti omofobi a minacce. Il giovane, oggi ventenne, è stato condannato a quattro mesi di reclusione, con il beneficio della sospensione della pena. La decisione è stata presa al termine del processo discusso con rito abbreviato.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro sessanta giorni. L’imputato era difeso dall’avvocato Giorgio Caroli.
Gli episodi oggetto dell’accusa
I fatti risalgono al settembre del 2022. Secondo l’accusa, la vittima avrebbe subito intimidazioni in due diverse circostanze. Il primo episodio si è verificato il 23 settembre nei pressi di un bar, dove l’imputato avrebbe rivolto al coetaneo frasi minacciose, come: “So dove abiti” e “Ti vengo a trovare”.
Tre giorni dopo, il secondo episodio: un messaggio su Instagram inviato dalla stessa persona conteneva parole fortemente offensive e discriminatorie, dichiarando: “Per me quelli come te dovevano finire come gli ebrei.”
La sostituta procuratrice Rosaria Micucci aveva qualificato quest’ultimo episodio come un atto discriminatorio. Tuttavia, il tribunale ha ritenuto di configurare entrambi i fatti come reato di minacce, senza attribuire l’aggravante discriminatoria.
Le conseguenze legali
La condanna prevede la sospensione della pena, una misura che consente all’imputato di evitare il carcere, purché non commetta altri reati durante il periodo di sospensione. Il verdetto segna comunque un’importante presa di posizione contro ogni forma di minaccia o intimidazione, evidenziando la gravità delle parole rivolte alla vittima. Lo riporta LeccePrima.