Si è concluso con un’assoluzione piena il processo a carico di D.D.G., 49enne originario di Bari e residente in provincia di Lecce, accusato di violenza sessuale aggravata ai danni di un minore. L’uomo, che rischiava fino a dieci anni di carcere, è stato assolto con la formula “perché il fatto non sussiste”, dalla prima sezione penale del Tribunale di Lecce, presieduta dal giudice Fabrizio Malagnino.
Le accuse, risalenti al 3 ottobre 2021, facevano riferimento a un episodio avvenuto in un piccolo comune vicino a Maglie. Secondo la denuncia presentata dai genitori della presunta vittima, un 14enne, il giovane sarebbe stato avvicinato per strada da un uomo con un cane di grossa taglia, con il pretesto di mostrargli un edificio abbandonato. All’interno della struttura isolata, l’adulto lo avrebbe costretto a subire abusi sessuali.
Durante le indagini preliminari, gli inquirenti avevano disposto il sequestro dei telefoni cellulari sia dell’indagato che della presunta vittima. In alcuni scambi di messaggi erano emersi contenuti ritenuti sospetti, che avevano contribuito a rafforzare la posizione accusatoria, insieme all’incidente probatorio in cui il minore aveva ribadito la sua versione dei fatti.
Tuttavia, nel corso del dibattimento, il quadro probatorio è stato messo fortemente in discussione dalla difesa. Gli avvocati hanno evidenziato una serie di incongruenze nelle ricostruzioni e l’assenza di riscontri oggettivi tali da giustificare una condanna. Secondo la loro linea difensiva, non vi sarebbero stati elementi sufficienti a confermare l’impianto accusatorio.
La sentenza di assoluzione, emessa in primo grado, rappresenta una netta sconfessione delle ipotesi iniziali, ma per comprendere nel dettaglio le motivazioni della decisione dei giudici sarà necessario attendere il deposito integrale dell’atto.