La situazione a Frigole, marina leccese, sta diventando sempre più critica per i suoi residenti. “Siamo molto preoccupati: ci prepariamo a un’estate senz’acqua”, ha dichiarato Pinuccio Rizzo, uno dei rappresentanti dei comitati spontanei degli abitanti. La zona soffre da anni di una rete idrica obsoleta che non riesce a soddisfare nemmeno il fabbisogno base della comunità. Già al primo piano delle abitazioni, spesso è difficile ottenere un flusso d’acqua normale, e in alcune occasioni i rubinetti erogano solo un filo d’acqua.
Antonio Rotundo, attivista locale, sottolinea che questa problematica non è una novità. “È un problema annoso che le istituzioni devono risolvere una volta per tutte”, ha affermato. Secondo lui, è urgente un intervento infrastrutturale significativo, ma finora le azioni concrete sono state limitate. L’AriF, l’agenzia regionale per le infrastrutture forestali, aveva proposto alcuni progetti per ammodernare la rete, ma questi sono stati bocciati per mancanza di fondi.
Un acquedotto che perde acqua da decenni
L’acquedotto rurale che serve le marine leccesi è stato costruito circa 50 anni fa ed è ormai un “colabrodo”, come lo definiscono i residenti, poiché perde fino all’80% dell’acqua che lo attraversa. La rete, che si estende per circa 30 chilometri, è obsoleta: i diametri dei tubi sono troppo piccoli e in molti tratti non corre nemmeno su rete stradale, ma è ostacolata dalle radici di pini secolari. Questo compromette ulteriormente il normale flusso dell’acqua.
A fronte di questa situazione, Aqp (Acquedotto Pugliese) fornisce l’acqua tramite due prese, una sulla Lecce-San Cataldo e l’altra nel centro di Frigole. Durante l’ultima Commissione controllo è emerso che nel 2024 sono stati erogati ben 340.000 metri cubi di acqua, una cifra altissima che, però, in gran parte va sprecata a causa delle perdite nella rete. Secondo i vertici di Aqp, con la stessa quantità di acqua potrebbero essere soddisfatti i bisogni di una comunità di circa 5.000-6.000 persone, mentre a Frigole, che conta solo 3.200 abitanti, non si copre nemmeno il fabbisogno della popolazione residente.
Soluzioni temporanee, ma il problema resta
Gli abitanti hanno cercato soluzioni temporanee, come l’utilizzo di autoclavi, ma anche questa è una soluzione insostenibile. Il costo di una di queste apparecchiature si aggira intorno ai 700-800 euro, ma non basta a garantire la continuità dell’erogazione. Inoltre, le caldaie spesso vanno in blocco a causa della scarsità d’acqua.
Anche la proposta di collegarsi alla rete idrica attraverso nuove infrastrutture è difficile da realizzare. Molti residenti spiegano che, a causa dell’assenza della rete fognaria, dovrebbero costruire un sistema di fogna ecologica, a proprie spese, e gestirla autonomamente, con costi aggiuntivi per la manutenzione, che non tutti possono permettersi.
Il Comune non può fare di più, serve l’intervento delle istituzioni superiori
Secondo Roberto Giordano Anguilla, vicesindaco di Lecce, la situazione è ormai oltre le capacità di intervento del Comune. “Purtroppo è una vicenda che possono risolvere solo Aqp e Arif”, ha dichiarato. Il Comune, per quanto possa fare, cercherà di sollecitare le istituzioni competenti, ma senza un importante intervento infrastrutturale, la situazione non potrà migliorare. In attesa di una soluzione definitiva, Aqp cercherà di tamponare l’emergenza estiva, aumentando il flusso d’acqua, ma questo comporterà inevitabilmente un ulteriore aumento della dispersione, un problema che si acuisce con l’arrivo dei turisti e dei proprietari di seconde case.