Altro che aggressione ai danni dell’agente di polizia locale. Le persone di Noha coinvolte nell’episodio avvenuto in piazza Aldo Moro, a Maglie, attraverso il proprio legale, Daniela Sindaco, ricostruiscono in modo diverso l’accaduto che tanto sdegno ha provocato. Ad avviare la colluttazione, che poi ha provocato il ferimento al volto dell’agente sarebbe stato proprio quest’ultimo, come raccontato ai carabinieri, chiamati proprio dalla famiglia di Noha.
Che il 30 maggio era giunta a Maglie per partecipare a un matrimonio. Ma sulla strada 275 ha avuto un incidente con l’auto dell’agente, mentre quest’ultimo stava effettuando un sorpasso.
I due conducenti si sarebbero inizialmente accordati per una conciliazione amichevole. Salvo poi la richiesta, da parte dell’agente, di compilare il Cid. Che poi, sempre su richiesta dell’agente, sarebbe stato cambiato, ben due volte.
Il ragazzo di Noha, consultatosi con il proprio legale, si è accordato con l’agente per riavere le copie del Cid. Presentandosi accompagnato dal padre e dalla madre. E in piazza Aldo Moro la discussione sarebbe degenerata.
Sempre secondo il legale Daniela Sindaco, l’agente si sarebbe avventato sul padre del ragazzo, per riprendersi le copie del Cid. La madre del giovane, malata oncologica, ha accusato un malore. L’agente avrebbe chiesto a lei i documenti, finendole addosso. A quel punto il giovane, sentendo gridare la madre, avrebbe spinto l’agente per allontanarlo, facendolo cadere.
La famiglia di Noha, tramite il proprio legale, ricorda di aver chiamato i carabinieri, ritenendo di aver subito un’aggressione. E confida che, dalle visioni delle telecamere di sorveglianza, emerga quanto esposto. La famiglia di Noha presenterà denuncia, evidenziando anche che l’agente non si trovava al lavoro, ma si era presentato in divisa all’appuntamento.
