Giustizia per bullismo a Merine: Messo alla prova il gruppo di aggressori

La decisione del Gup Raboni e le conseguenze di un atto di bullismo

A Merine, un gruppo di minori è stato coinvolto in un grave atto di bullismo ai danni di un ragazzo disabile di 19 anni, evento avvenuto il 20 ottobre 2021. Quattro dei cinque giovani coinvolti  per cinque mesi, dovranno impegnarsi in attività di volontariato e assistenza per disabili e anziani. Il quinto ragazzo, coinvolto in modo più marginale, sarà giudicato in un’udienza fissata per giugno.

I fatti si sono svolti presso un anfiteatro di una chiesa, dove la vittima, nonostante fosse contraria, è stata costretta a partecipare a un gioco che lo ha visto scaraventare contro i gradoni dell’anfiteatro. L’incidente ha provocato al ragazzo un trauma cranico, un dente rotto e altri danni fisici.

Il processo ai giovani imputati ha sollevato notevoli discussioni sull’adeguatezza delle pene per atti di bullismo. La decisione del gup Raboni, orientata verso un percorso riabilitativo piuttosto che punitivo, rappresenta un punto di svolta nella gestione giudiziaria di casi simili.

L’uso dei cellulari è stato cruciale per la ricostruzione dei fatti. Un video, girato quella sera e poi inviato ai genitori della vittima, ha mostrato chiaramente l’aggressione. Inizialmente, il ragazzo aveva negato di essere stato vittima di uno scherzo e aveva affermato di aver cancellato il video. Tuttavia, i familiari hanno denunciato prontamente l’aggressione.

Le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Lecce e della stazione di Lizzanello, coordinate dalla pm Maria Rosaria Micucci, hanno permesso di identificare rapidamente i presunti aggressori. Un’approfondita analisi forense dei telefoni cellulari ha fornito ulteriori prove.

 

 

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