Gianni Solombrino, pregiudicato 62enne di Lecce, arrestato l’8 maggio per detenzione di sostanze stupefacenti, ha ottenuto la misura dei domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Il giudice Marcello Rizzo del Tribunale di Lecce ha preso questa decisione in seguito all’interrogatorio in cui l’uomo, assistito dall’avvocato Alessandro Costantini Dal Sant, ha confessato di aver ripreso a spacciare per necessità economiche, dopo il fallimento della sua attività lecita come venditore ambulante.
Solombrino era stato fermato dagli agenti della squadra mobile di Lecce in seguito a una serie di appostamenti vicino a un noto centro commerciale del capoluogo. Il pregiudicato, dopo aver parcheggiato la sua Bmw X2 all’esterno, è stato trovato con 17 dosi di cocaina, per un totale di 10,54 grammi, nascoste nelle zone intime, e 190 euro in contanti, ritenuti provento dello spaccio.
Ulteriori controlli nell’appartamento di Solombrino a Merine, frazione di Lizzanello, hanno portato alla scoperta di altri 57 grammi di cocaina e di attrezzature per il confezionamento delle dosi. Nonostante tentasse di depistare gli agenti, essendo formalmente residente in un’altra abitazione, Solombrino ha consegnato volontariamente un astuccio con una notevole quantità di cocaina.
Data la sua storia e i recenti comportamenti, il giudice Rizzo ha ritenuto adeguata la misura dei domiciliari presso l’abitazione di un familiare, con controllo a distanza, considerando anche i precedenti di Solombrino, incluso un coinvolgimento nell’inchiesta Cinemastore e una recente condanna a due anni di reclusione, sempre per spaccio.