Nel carcere di Lecce, le guardie penitenziarie hanno messo a segno un’importante operazione che ha portato alla scoperta di cellulari e droga in possesso di alcuni detenuti. Sono sei le persone coinvolte nell’inchiesta: Nicola Passaquindici e Domenico Genchi; Costel Milhache, insieme ad Alessandro Brai. Tra gli indagati figurano anche Simone Barbetta e Michele Gernone. Le accuse mosse contro di loro sono di ricettazione e detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio.
Durante le perquisizioni nelle celle, gli agenti hanno sequestrato tre telefoni cellulari, tra cui due iPhone, un microtelefono, due cavetti, uno spinotto e due auricolari. Inoltre, sono stati trovati 6 grammi di hashish, custoditi in un involucro il cui possesso è stato attribuito a Simone Barbetta. Tutto il materiale è stato sequestrato, ma le indagini non sono ancora concluse. Le autorità stanno valutando eventuali complicità interne alla struttura, data la frequenza di tali episodi e l’ampia disponibilità di materiali proibiti tra i detenuti.
L’operazione si inserisce in un contesto di crescente tensione all’interno del carcere di Lecce. Negli ultimi giorni, infatti, i controlli sono stati intensificati in seguito alla evasione di Vito Gassi. Gassi è riuscito a fuggire dai controlli della struttura penitenziaria ed è tuttora ricercato dalle forze dell’ordine. La procura ha aperto un fascicolo per investigare sulla fuga, con il sospetto che l’evasione sia stata facilitata da una rete di complicità sia dentro che fuori dal carcere.
A destare ulteriori preoccupazioni è la possibile scomparsa della moglie di Gassi, il che ha portato gli investigatori a concentrarsi anche su eventuali fiancheggiatori che potrebbero aver supportato l’evasione. Il caso rimane aperto, e le autorità continuano a monitorare da vicino la situazione sia all’interno del penitenziario che all’esterno.